Mesi fa Nola fu scossa da un’inchiesta sul mondo malato del commercio del calcestruzzo. L’operazione portò dietro le sbarre incensurati, pregiudicati e due personalità di spicco: il figlio del boss Fabbrocino e l’ormai ex assessore all’Urbanistica di Nola Gianpaolo De Angelis. L’assessore nolano era stato inzialmente accusato di essere il tramite tra i Fabbrocino e gli imprenditori vittime dell’estorsione. In particolare, veniva imputata al De Angelis la sua presenza nella GIFRA, impresa immobiliare che successivamente aveva cambiato indirizzo economico ed era stata intenzionata dalle forze dell’ordine nell’inchiesta sull’egemonia dei Fabbrocino nel mondo del calcestruzzo. De Angelis passò circa due settimane in carcere, prima di essere scarcerato e di essere rigiudicato. Ora, unitamente con i suoi legali, chiarisce la sua posizione con un comunicato stampa:
Il Tribunale del riesame di Napoli XII sez. ha rese note le motivazioni in ordine alla scarcerazione dell’indagato De Angelis Gianpaolo, ex assessore all’Urbanistica al Comune di Nola. I giudici de libertate accogliendo in toto le argomentazioni prospettate dai difensori, avvocati Antonio Tomeo e Salvatore Bifulco, hanno escluso la sussistenza di un quadro indiziario caratterizzato da gravità a carico dell’indagato, sia per quanto concerne il delitto associativo sia per il contestato reato di intestazione fittizia di beni. I giudici facendo proprie le doglianze difensive, hanno escluso un ruolo partecipativo nell’associazione camorristica ipotizzata dagli inquirenti. Il Tribunale del riesame ha escluso il coinvolgimento del De Angelis nel reato di intestazione fittizia della società GIFRA, nata come società immobiliare e che successivamente ha trasformato l’attività in confezionamento e fornitura di calcestruzzo (attività quest’ultima attenzionata dagli inquirenti); l’estraneità ai fatti delittuosi si sostanzia come rilevato dai Giudici del riesame proprio dall’atteggiamento del De Angelis che, allorquando detta entità aziendale mutava oggetto sociale e destinazione operativa, avviava un iter teso a fuoriuscire dalla compagine societaria che si compirà formalmente nell’anno 2011 e di fatto, già negli anni precedenti. Il Tribunale del riesame anche alla luce di quanto sopra evidenziato e, sconfessando la tesi accusatoria dell’illecito arricchimento ha dissequestrato i beni riconducibili al nucleo familiare del De Angelis restituendoli ai legittimi proprietari .