Inside Out è un film d’animazione di genere fantasy-commedia-avventura-drammatico del 2015 diretto da Pete Docter e Ronnie del Carmen, prodotto da Jonas Rivera per i Pixar Animation Studios in co-produzione con Walt Disney Pictures e distribuito dalla Walt Disney Studios Motion Pictures. La sceneggiatura del film è opera dello stesso regista Docter insieme a Meg LeFauve e Josh Cooley e la colonna sonora è stata scritta da Michael Giacchino, qui alla seconda collaborazione con Docter dopo Up (2009).
La pellicola, presentata al Festival di Cannes 2015, rappresenta il 15o lungometraggio d’animazione Pixar che, con un incasso globale di circa 852 milioni di dollari, è risultato un successo al botteghino che ha ottenuto anche il plauso della critica. Fra i riconoscimenti si segnalano, oltre a svariate nomination e candidature, per la categoria “miglior film d’animazione” il premio Oscar, il Golden Globe e il premio BAFTA 2016.
Il cast è composto dalle voci di Amy Poehler / Stella Musy (Gioia), Phyllis Smith / Melina Martello (Tristezza), Bill Hader / Daniele Giuliani (Paura), Lewis Black / Paolo Marchese (Rabbia), Mindy Kaling / Veronica Puccio (Disgusto), Kaitlyn Dias / Vittoria Bartolomei (Riley Andersen), Diane Lane / Claudia Catani (Jill Andersen), Kyle MacLachlan / Mauro Gravina (Bill Andersen), Richard Kind / Luca Dal Fabbro (Bing Bong), Josh Cooley / Giorgio Locuratolo (Jangles il clown), John Ratzenberger / Renato Cecchetto (Fritz), Paula Poundstone / Cristina Poccardi (smemoratrice Paula), Bobby Moynihan / Carlo Scipioni (smemoratore Bobby), Paula Pell / Chiara Salerno (regista sogni), Lori Alan / Roberta Pellini (Tristezza di Jill), Pete Docter / Stefano Alessandroni (Rabbia di Bill), Carlos Alazraqui / Alberto Caneva (Paura di Bill), Peter Sagal / Emiliano Ragno (Gioia del Clown), Paris Van Dyke / Luna Iansante (Meg), Dave Goelz / Davide Lepore (guardia subconscio Frank), Frank Oz / Achille D’Aniello (guardia subconscio Dave) e Carlos Alazraqui / Diego Suarez (pilota dell’elicottero).
TRAMA USA. Il Centro di Controllo della Mente di Riley, una ragazzina di 11 anni che vive nel Minnesota, è localizzato nel Quartier Generale dove cinque Emozioni sono al lavoro: Gioia, che garantisce la felicità della ragazzina; Disgusto, che si assicura che Riley non venga contaminata fisicamente e socialmente; Paura, che tiene Riley lontano dai pericoli; Rabbia, che impedisce che Riley subisca ingiustizie; Tristezza, il cui scopo inizialmente non è chiaro. Le emozioni sono guidate dalla simpatica e ottimista Gioia e dirigono la mente di Riley alternandosi su una console piena di comandi: ogni volta che un’emozione agisce quando la ragazzina fa qualcosa, nasce un ricordo sotto forma di piccole sfere del colore dell’emozione legata ad esso. Mentre la maggior parte dei ricordi viene spedita nella memoria a lungo termine alla fine di ogni giornata, i ricordi più importanti, detti ricordi base, rimangono nel quartier generale ad agire sulla mente di Riley definendone la personalità. Quando la famiglia di Riley è costretta a trasferirsi in una nuova città, San Francisco, Gioia, che fino a quel momento determinava la personalità della ragazzina, entra in contrasto con Tristezza che inizia a provare un irrefrenabile impulso ad agire sui ricordi e quindi sulla personalità di Riley. Il contrasto fra le due emozioni le porterà ad avventurarsi in luoghi sconosciuti nei meandri della mente di Riley, che nel frattempo sprofonderà un uno stato di delusione e pessimismo, nel disperato tentativo di tornare al Quartier Generale e restituire alla ragazzina la speranza e la gioia perdute.
“Volevo parlare di quel momento difficile in cui l’innocenza dell’infanzia finisce e ci si ritrova nel mondo degli adulti senza ancora sapere bene come funziona. Quando l’infanzia finisce si prova una sensazione dolce e amara al tempo sesso. È questa l’atmosfera del film.” (Pete Docter)
ANALISI La crescita che dall’infanzia porta alla prima adolescenza è il tema di fondo di un’azione che scorre veloce e scandita in due contesti paralleli e coincidenti. Lo spettatore viene immerso in una coloratissima trasposizione in cui le emozioni prendono vita e a loro volta determinano la condotta della futura teenager. Ma a rendere ancora più avvincente e suggestiva la storia è il fatto che la crescita interiore risulta doppia, in quanto due sono le vere protagoniste, una reale esterna e una fittizia interna. Divertimento ma anche emozione che portano al dramma che commuove sono gli elementi che guidano ad una lenta e doppia maturazione fino ad una lezione che va sempre riscoperta da giovani e adulti: solo imparando ad accettare la tristezza si può riscoprire la gioia di tornare a vivere e a sperare.
da destra: Pete Docter, Ronnie Del Carmen e Jonas Rivera
EMOZIONI PER CRESCERE Nelle intenzioni degli autori il film doveva esplorare – parole testuali di Pete Docter – “un mondo che tutti conosciamo, ma che nessuno ha mai visto: la mente umana”. Utili per la creazione di ciascuno dei personaggi ad impersonare un’emozione sono risultati i consulti di vari psicologi ed efficace e suggestivo è stato associare un elemento caratteristico alla forma di ognuno: una stella (Gioia), una lacrima (Tristezza), un mattone (Rabbia), un nervo (Paura), un broccolo (Disgusto). Anche i colori non risultano scelti a caso per l’obiettivo della narrazione: Gioia è gialla ma ha i capelli ed è avvolta da un’aura Blu, a sottolineare il suo legame, inizialmente contrastato ma poi accettato, con Tristezza.
La Pixar per i suoi prodotti non punta tanto all’abilità tecnica – che sempre si può migliorare – ma soprattutto alla forza drammatica delle storie. Se la scelta grafica e narrativa semplifica la superficie con colori e battute vivaci, la sostanza si mantiene in un crescendo che porta ad affrontare temi complessi quali la crescita e la formazione della personalità. E se la sostanza è una classica storia di formazione – il passaggio dalla spensieratezza infantile ai turbamenti emotivi dell’adolescenza – quello che cambia è il punto di vista da cui parte la narrazione: le vere protagoniste sono le ‘voci di dentro’ che guidano lo spettatore attraverso la crescita della giovane Riley e, soprattutto, della stessa Gioia.
Senza il sentimento di un’emozione non c’è apprendimento e se sei anni prima Docter ha offerto un intenso, emozionante e commovente riassunto sulla vecchiaia attraverso la grazia e la crudeltà della vita (Up), adesso è il momento di affrontare di nuovo il tema delle difficoltà offerte dalla vita ma tornando indietro alla fanciullezza. Le emozioni che producono ricordi quali fattori determinanti la personalità di Riley sono un suggestivo espediente per descrivere il passaggio, non privo di dolore (il sacrificio dell’amico immaginario Bing Bong), da un’infanzia gioiosa che si cerca disperatamente di conservare (Gioia) all’adolescenza che precede la pubertà che porta le prime ed inevitabili delusioni per affrontare la vita vera (Tristezza).
La semplicità e la spensieratezza della gioia offerte dall’infanzia hanno breve durata, le delusioni e i dolori della tristezza che segnano l’ingresso all’adolescenza sono – mai come adesso – parte integrante di noi e della vita vera che si deve affrontare sempre in salita, prima e durante la crescita. Non può esistere bianco senza nero, luce senza buio e – in questo caso – giallo senza blu. Solo chi accetta – che non significa lasciarsi sopraffare da essa! – la tristezza può imparare a ritrovare la gioia di vivere grazie a tutte quelle piccole cose (famiglia, amici, passioni ecc.) che ci aiutano ad andare avanti con fiducia e speranza.
EMOZIONANTE… IN TUTTI I SENSI.
DA VEDERE.