Independence Day è un film di genere fantascienza-drammatico-avventura-catastrofico del 1996 diretto, prodotto e sceneggiato da Roland Emmerich per la casa di distribuzione 20th Century Fox che racconta un’immaginaria e quasi riuscita invasione aliena della Terra concentrandosi sulla distruzione di città e di parecchi monumenti simbolo degli Stati Uniti d’America. Prodotto con un budget di 75 milioni di dollari, il film è stato distribuito con una campagna pubblicitaria di enormi dimensioni durante la 30a edizione del Super Bowl ed ha ottenuto un incasso globale di circa 817,4 milioni risultando un successo al botteghino e diventando il film di maggior incasso globale del 1996.
Nonostante fra i riconoscimenti si annoverino il Premio Oscar (migliori effetti speciali) e 3 Saturn Award (miglior film fantascienza, miglior regia, migliori effetti speciali) del 1997, con un indice di gradimento del 67% (voto medio 6,5/10) sul sito Rotten Tomatoes la critica è risultata divisa: una parte consistente evidenzia e rimprovera i punti deboli (trama troppo banale e stereotipata, ruolo poco credibile della razza aliena – capace di sterminare l’umanità ed infine debellata da un banale virus informatico –, segni di probabile ispirazione ed omaggio non riusciti al classico di H.G. Wells, La Guerra dei Mondi), laddove c’è chi ritiene gli effetti speciali capaci ci rendere il prodotto visivamente impressionante e ricco di particolari adatti al grande schermo. Il successo del film ha alimentato progetti di sequel ma solo nel 2016 è uscito nelle sale Independence Day – Rigenerazione: nonostante il ritorno di Emmerich alla regia e di Jeff Godblum nel cast è risultato un flop di critica ed un successo al box office inferiore al capostipite.
Il cast è formato da Will Smith (Capitano Steven “Steve” Hiller), Jeff Goldblum (David Levinson), Bill Pullman (Presidente USA Thomas J. Whitmore), Mary McDonnell (First Lady Marylin Whitmore), Robert Loggia (Generale William Grey), Margaret Colin (Constance “Connie” Spano), Vivica A. Fox (Jasmine Dubrow), James Rebhorn (Segretario alla Difesa Albert Nimzicky), Adam Baldwin (Maggiore Mitchell), Harvey Fierstein (Marty Gilbert), Judd Hirsch (Julius Levinson), Brent Spiner (Dottor Brackish Okun), Randy Quaid (Russell Casse), Kiersten Warren (Tiffany), Harry Connick Jr (Capitano Jimmy Wilder), Bill Smitrovich (Tenente Colonnello Watson), i giovani James Duvall (Miguel Casse), Lisa Jakub (Alicia Casse), Giuseppe Andrews (Troy Casse), Levan Uchaneishvili (pilota russo) ed i piccoli Ross Bagley (Dylan Dubrow) e Mae Whitman (Patricia Withmore).
TRAMA Washington (USA), 2 luglio 1996. Mancano due giorni al 4 Luglio, anniversario dell’Indipendenza degli Stati Uniti d’America dalla Gran Bretagna (1776) e mentre ogni cittadino americano si prepara a vivere la festa nazionale un evento incredibile sconvolge la quotidianità del pianeta. Presso il SETI (Programma di Ricerca di Intelligenze Extraterrestri) viene captato uno strano segnale dal cosmo, classificato come proveniente da una forma di vita. In breve tempo viene rilevato un gigantesco oggetto, di una massa di un quarto di quella della Luna, in avvicinamento dallo spazio verso la Terra ed in seguito sono monitorati 36 “frammenti”, ognuno di grandezza pari a 27 kilometri di diametro, che sembrano staccarsi dall’oggetto e dirigersi in determinati punti al di là dell’atmosfera terrestre. L’incredulità delle autorità prima e degli abitanti del globo dopo non tarda a trasformarsi in panico quando gli oggetti mostrano il loro vero aspetto: astronavi aliene che, separatesi dalla “nave madre” rimasta vicino alla Luna, si posizionano sulle più grandi metropoli del pianeta. Nel frattempo David Levinson, uno specialista in telecomunicazioni e sistemi informatici di New York, nel tentativo di rimediare ai disturbi sulle telecomunicazioni riesce casualmente ad interpretare il segnale anomalo: gli alieni stanno utilizzando la rete di satelliti terrestre per farvi rimbalzare un segnale di sincronizzazione che disturba le trasmissioni e, soprattutto, esso dovrà fungere da conto alla rovescia per coordinare un attacco simultaneo. Le intenzioni belliche degli invasori spaziali non tardano a confermare i timori di Lenvinson: scaduto il conto alla rovescia ogni astronave colpisce e rade al suolo simultaneamente ciascuna delle metropoli mondiali occupate.
La mattina del 3 luglio il presidente USA Thomas J. Whitmore, ex pilota delle forze armate aeronautiche statunitensi scampato all’attacco alieno grazie al tempestivo avvertimento di Levinson, intervenuto per salvare la ex-moglie Constance Spano, dipendente alla Casa Bianca, organizza con il suo staff le manovre di contrattacco. Queste però si rivelano inefficaci contro le navi aliene: sia quelle grandi, sia le piccole che da esse fuoriescono per respingere gli aerei terrestri, risultano protette da scudi deflettori capaci di respingere colpi di arma da fuoco e missili. La scoperta dell’esistenza dell’Area 51, fantomatica base militare dove si raccolgono e studiano corpi alieni rivenuti sul pianeta, rivela una verità che mette in discordia lo staff americano: già negli anni ’50 una navicella aliena precipitò sulla Terra ma la cosa fu messa a tacere onde evitare panico ed è grazie alla navicella conservata nell’Area 51 – riattivatasi al loro ritorno ai giorni odierni – che gli alieni sono riusciti a intaccare la rete satellitare ed eludere le difese terrestri. E quando anche l’attacco con missili nucleari si rivela più devastante quanto ugualmente inutile contro le difese aliene, l’annientamento della razza umana sembra ormai inevitabile. Sarà proprio Levinson, dopo un inaspettato colpo di genio, a guidare assieme al capitano Steven Hiller, pilota del corpo dei Marines, l’ultima resistenza terrestre il cui destino si deciderà in una spettacolare battaglia nei cieli del pianeta il giorno 4 luglio.
“Umanità… oggi questa parola dovrebbe assumere un nuovo significato per tutti noi. Non possiamo più essere consumati da diversità insignificanti. Saremo uniti dal nostro comune interesse. Può darsi sia destino che oggi sia il 4 luglio e ancora una volta combatterete per la nostra libertà: non dalla tirannia, dall’oppressione o dalla persecuzione, ma dall’annientamento. Combattiamo per il nostro diritto di vivere, di esistere. E se dovessimo risultare vincenti, il 4 luglio non sarà più ricordato solo come una festa americana, ma come il giorno in cui il mondo con una sola voce ha dichiarato – Noi non ce ne andremo in silenzio nella notte. Noi non ci arrenderemo senza combattere. Noi continueremo a vivere. Noi sopravviveremo.
Oggi festeggiamo il nostro Giorno dell’Indipendenza! – “.
ANALISI Lo spettatore viene immediatamente proiettato nel genere di riferimento attraverso un’azione che scorre veloce: incredulità, sconcerto, panico e disperazione si alternano alla leggerezza di tono del quotidiano per delineare in via essenziale i caratteri dei personaggi. La spettacolarità catastrofica degli effetti visivi ben si concilia con le interpretazioni per offrire un godibile quadro di insieme che richiama, riadatta e strizza l’occhio alla fantascienza anni ’50 integrando il dramma con immancabili momenti di ironia e comicità anni ‘90. Il consueto, per non dire sfacciato, intento degli yankee di auto-proclamarsi per l’n-esima volta i buoni che nell’ora più buia trovano la soluzione per la salvezza del genere umano è reso meno scontato dal cliché degli elementi più improbabili che si rivelano i più autentici eroi in contrasto con chi porta la divisa e soprattutto contro i burocrati che non esitano a sacrificare vite umane pur di salvare la faccia di un ordine che andrebbe di continuo messo alla sbarra.
CATASTROFE E IMPEGNO SOCIALE Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco originario di Stoccarda Roland Emmerich (10 novembre 1955) manifestò fin dall’adolescenza un interesse profondo per il Cinema ed oggi è riconosciuto principalmente come massimo esponente del genere catastrofico (disaster movie) basato sull’impiego massiccio di effetti speciali. Durante la gioventù nella nativa Germania si avvicina alla pittura e alla scultura ma presto manifesta interesse per il mondo in celluloide. Durante gli studi presso la scuola di arte cinematografica di Monaco dirige un lungometraggio studentesco (1997-Il principio dell’Arca di Noè): grandissimo successo al Festival di Berlino 1984 venduto in 20 paesi diversi, tutt’ora risulta il film realizzato da studenti più costoso nella storia del cinema (1 milione di marchi tedeschi). Durante il biennio 1985-87 si cimenta in opere a cavallo fra il flop (Joey) che però incrementa la fama ed il vero esordio sul grande schermo globale (Fantasmi ad Hollywood). Il 1990 segna il ritorno al suo genere preferito, la fantascienza: Moon 44 mostra quelli che diventeranno “marchi di fabbrica” di Emmerich (largo utilizzo di effetti speciali ad arricchire trame semplici o violente).
Nel 1992 il regista lascia la patria e si stabilisce negli USA ed è qui che ottiene la consacrazione definitiva. Pellicole quali I nuovi eroi (1992) con Jean Claude Van Damme e Stargate (1994) con Kurt Russell e James Spader, Independence Day (1996) con Will Smith, Jeff Goldblum, Bill Pullman e Brent Spiner sono campioni di incassi con un cast stellare divenuti veri cult nonostante una critica divisa. Il successo dietro la macchina da presa, con la penna per la sceneggiatura e come produttore esecutivo permette ad Emmerich di cimentarsi in produzioni per il piccolo schermo: serie tv (The Visitor – Stargate SG-1) e film direct-to-home (Stargate SG1: Children of the Gods).
Nel 1998 il regista commette un azzardo pensando di voler applicare la sua ricetta (massiccio uso di effetti speciali, cast stellare, trama semplice) al remake made in Usa di un simbolo nipponico del genere catastrofico: Godzilla. La pellicola colleziona premi minori fra cui 2 Razzie Award (peggior remake – peggiore attrice protagonista) pur ottenendo un discreto successo al botteghino. Sul finire del XX secolo Emmerich si cimenta nel genere storico e dirigendo un cast di stelle quali Mel Gibson, Heath Ledger e Jason Isaacs ottiene con Il patriota (1999) 3 nomination agli Oscar, otto premi internazionali e sedici candidature ad altrettanto importanti premi.
Gli anni 2000 vedono il ritorno alla fantascienza. La classica ricetta (effetti speciali catastrofici con cast di stelle) offre un’esilarante vena comica, nel ruolo di produttore, con Arac Attack (2002) per poi tornare, da regista e sceneggiatore, al dramma con The Day After Tomorrow-L’alba del giorno dopo (2004) vincitore del premio BAFTA “migliori effetti speciali”.
Nel 2005 Emmerich è presidente della giuria al Festival di Berlino e nel 2008 torna al filone storico con 10000 AC puntando su un cast semisconosciuto. Film catastrofico che rilegge la fine del mondo secondo il calendario Maya è 2012 (2009) mentre Anonymous (2010), suo ultimo prodotto importante, affronta la leggenda metropolitana secondo la quale William Shakespeare non sarebbe stato autore delle sue commedie frutto in realtà dell’opera di Edward de Vere, amante della Regina Elisabetta I. Negli anni recenti la produzione del regista tedesco non si ferma e con Stonewall (2015), biopic sulla storia del Movimento di Liberazione Omosessuale, si aggiunge l’impegno sociale a favore dei diritti LBGT: Emmerich è orgogliosamente omosessuale e legato dal 2008 al musicista Omar de Soto.
MAKING-OF E CURIOSITÀ L’idea per il soggetto iniziale del film, ovvero la vista di un’astronave enorme sopra una città, venne ad Emmerich in occasione del tour promozionale di un’altra sua pellicola, Stargate. Il set della Casa Bianca distrutta dagli alieni fu realizzato con un modello in scala 1/12 e la scena fu ripresa da nove telecamere a velocità diverse. Lo stesso set fu riutilizzato per Mars Attacks e Gli intrighi del potere – Nixon. In una recente intervista l’attore Bill Pullman ha rivelato che in origine il titolo del film doveva essere Doomsday (Giorno del Giudizio Universale) ritenuto dalla Fox più consono ad un film catastrofico. Dopo aver sentito il celebre ed esaltante discorso recitato dallo stesso Pullman nel ruolo di presidente USA prima dell’attacco finale, i produttori – fra cui c’è lo stesso regista Emmerich – cambiarono idea e scelsero quello che poi è diventato il titolo definitivo della pellicola.
Proprio sul discorso del presidente USA ad incitare l’ultimo attacco terrestre lo stesso attore Bill Pullman racconta che per la scena, girata a tarda notte con troupe e cast ormai stanchissimi, si era ispirato ad un discorso del presidente John F. Kennedy pronunciato in comizio dopo la morte di Martin Luther King: l’effetto risultò più che soddisfacente.
Sulla scelta del cast lo sceneggiatore e produttore Dean Devlin racconta che la Fox espresse delle iniziali riserve a scegliere Will Smith come co-protagonista in quanto ritenuto – parole testuali – non in grado di garantire gli incassi sperati: le prime scelte furono Eddie Murphy, Keanu Reeves, Johnny Depp, Tom Cruise, William Baldwin e Jean Claude Van Damme. Devlin ed Emmerich, quest’ultimo minacciando di lasciare la produzione e passare alla Universal, portarono avanti una vera guerra per avere Smith, costringendo infine la Fox a capitolare. Lo stesso Will Smith offre un’interpretazione irresistibile grazie ad un talento indiscusso e anche improvvisando, ad esempio, quando nella scena in cui trascina un alieno stordito nel deserto esplode in una frase (“MA COS’È QUESTA PUZZA?!”) assente sul copione ma giustificata dalla vicinanza la Gran Lago Salato dello Utah, luogo noto per ospitare piccoli crostacei giunti alla fine della loro vita (l’odore delle creature in decomposizione è davvero pesante). E proprio l’atroce caldo del Gran Canyon durante le scene girate nello Utah portò non poche difficoltà a troupe e cast durante le riprese (lo stesso Smith riportò gravi scottature alle gambe).
INTRATTENIMENTO E RIFLESSIONE Con queste parole il sito Rotten Tomatoes esprime il suo giudizio sul film di Emmerich:
“La trama è sottile, così come lo sviluppo dei personaggi, ma come film estivo emozionante e ricco di spettacoli offre momenti di pura epicità”.
Lo stile catastrofico di Roland Emmerich si avvale di un massiccio uso di effetti speciali visivi dove il realismo artigianale degli anni ’90 dell’ormai lontano XX secolo regge bene all’odierno CGI digitale. Altro ingrediente principale della sua produzione è la scelta di un cast stellare che non ha bisogno di presentazioni nelle capacità di far divertire ed emozionare in ogni genere di film. Entrambe le componenti sono dirette egregiamente da una regia che vuole offrire intrattenimento per arricchire una trama che – ammettiamolo – non offre grandi novità per un occhio allenato al contesto di riferimento.
In un presente in degrado totale dove tutto sembra voler condurre alla disperazione e alla depressione è sempre un sollievo ritrovare, anche solo per un paio di ore, un po’ di sano divertimento grazie a pellicole scolpite nel cuore di chi non dimentica quell’irripetibile ventennio (’80-’90) di un secolo ormai lontano che attraverso la spensieratezza ha insegnato a vivere a chi è sempre più stanco di vedere il genere umano responsabile, prima ancora che vittima, di catastrofi civili e naturali in un mondo martoriato che giorno per giorno ci rende sempre meno degni del diritto naturale di sopravvivere.
SPETTACOLARE, DIVERTENTE ED EMOZIONANTE.