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A Lesbo la situazione ormai è drammatica. Dopo il pericoloso incendio che ha colpito il campo migranti di Moria, l’isola greca poteva nuovamente cadere preda di una pericolosa emergenza umanitaria e sanitaria. L’incendio, o meglio la serie di roghi, che ha colpito il campo migranti ha distrutto centinaia di tende e abitazioni di fortuna, mettendo in serio pericolo gli oltre 12500 occupanti (non si registrano vittime). Secondo le fonti stampa locali, gli incendi sarebbero dolosi e ad opera di un gruppo di migranti in protesta contro le regole sanitarie adottate, la polizia tuttavia non ha confermato. Resta in ogni caso difficile recepire notizie verificate: molti parlano di cittadini greci che assalivano i migranti in fuga dalle fiamme, alcuni invece citano fonti dei vigili del fuoco che parlavano già da ieri di disordini provocati dagli stessi migranti durante le fasi di soccorso.Ciò che è innegabile è la grave emergenza sanitaria e umanitaria che in queste ore si sta sviluppano. “Il fuoco si è diffuso all’interno e all’esterno del campo e lo ha distrutto. Ci sono più di 12.000 migranti sorvegliati dalla polizia su un’autostrada“, ha detto alla radio privata Skai Stratos Kytelis, sindaco della città principale dell’isola, Mitilene. “È una situazione molto difficile perché alcuni di quelli che sono fuggiti includeranno persone positive“, ha aggiunto. Secondo quanto diffuso da l’ANSA, ad oggi risultano ancora molte famiglie in strada senza neanche una tenda e generi di prima necessità. Molti migranti, ancora senza sostegno, si sarebbero riversati negli uliveti e nei villaggi vicini per cercare riparo o semplicemente acqua potabile.
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