Il terzo archivio internazionale del Living Theatre è arrivato in Campania: è nel Cilento

di Vincenzo Marano
di Vincenzo Marano. Se Cristo si fermò a Eboli, la storia del “Living Theatre”, dopo aver seminato un nuovo linguaggio teatrale per il mondo, dal dopoguerra agli inizi del nuovo millennio, è arrivata qualche chilometro più giù, fermandosi a 800 metri di altitudine, a Caggiano (SA), ultimo paese del Cilento. Dal 15 giugno di quest’anno, la Fondazione Morra di Napoli ha trasferito il suo archivio del “Living Theatre” al Palazzo Prospero Morone di via San Pietro, alle porte della Lucania. Questo è il terzo archivio al mondo, insieme a quelli dell’Università di Yale e del Lincoln Centre di New York, ed è il più completo. Nella collezione sono raccolti anche appunti di lavoro autografi, recensioni, fotografie: un repertorio unico costituito da ben 58.812 pezzi.
I tre archivi si integrano tra loro, creando una documentazione praticamente completa dell’attività del gruppo americano. Dalla fine degli anni Ottanta, la Fondazione Morra ha acquisito opere pittoriche, disegni, diari, progetti di costumi, scenografie e scritti vari, prodotti nei numerosi soggiorni in Italia del Living Theatre. L’archivio di Caggiano è composto da testi, documenti, appunti e corrispondenze, scritti personali di Judith Malina, fotografie e diapositive, manifesti, inviti, giornali, libri, riviste e registrazioni video. La collezione contiene inoltre un’ampia sezione dedicata ai costumi e agli oggetti di scena di alcune rappresentazioni, in particolare degli spettacoli “The Yellow Methuselah“, “The Archeology of Sleep” e “Masse Mensch“.

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La Fondazione Morra, da sempre attenta alla valorizzazione di un patrimonio artistico come fondamento per una ricerca alternativa dell’arte performativa di fine Novecento, si avvale per la costituzione dell’Archivio Living Theatre della collaborazione del prof. Lorenzo Mango, docente di Storia del Teatro Moderno e Contemporaneo all’Università di Napoli “L’Orientale” e direttore del Dipartimento di Teatro del Museo Nitsch Napoli, che costituirà, oltre a un contenitore di documenti, un archivio vivente che sappia non solo mantenere viva la conoscenza del lavoro del gruppo ma stimolare attività di varia natura legate all’idea della rivoluzione teatrale operata dal Living Theatre, oltre alla sola conservazione.
Sul finire degli anni ’70, il Living Theatre si è soffermato in una lunga tournée in Europa, toccando molti collettivi politici, anche universitari. In Italia fu ospite di molti collettivi studenteschi, tra cui una lunga permanenza in Emilia Romagna. Una delle sue tappe fu Cesena, il 23 aprile del 1979, con uno spettacolo organizzato dalla cooperativa culturale “Il Grillo Parlante, come ricorda il musicologo cesenate Franco Dell’Amore, che fu uno degli organizzatori dell’evento cesenate:
 “Eravamo giovani, inconsapevolmente felici. La popolarità del Living Theatre era abbastanza in crisi in quei mesi. Il collettivo teatrale ci chiese di fare una data a Cesena con lo spettacolo ‘Sette meditazioni sul sadomasochismo politico’. Una città così provinciale riuscì a portare – nella Palestra Comunale dell’Ippodromo, l’unico palazzetto dello sport allora esistente – un elemento del più grande progetto del Living chiamato ‘La Eredità di Caino’. Proposta ignorata dai politici dell’epoca e dai teatri istituzionali. La ‘creazione collettiva’ non venne da noi giovani capita interamente, ma chiara fu la sensazione di essere protagonisti del tempo con tutto il loro collettivo: Mariarosa Arnosti, Julian Beck, Isha Manna Beck, Paul Broome, Bill Hernandez, Rainy House, Ilion, Judith Malina, Mary Mary, Toby Marshall, Hanon Reznikov, Tom Walker e Carol Westernik. Non documentammo lo spettacolo, ci resta una sola dedica scritta da Julian Beck sul programma di sala. Come quando si fa bene il sesso, si pensa a viverlo, non a documentarlo“.

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