Il 16 Gennaio 2016 è iniziata una nuova era per l’Iran. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha posto fine ad una serie di sanzioni, che da anni pendevano sull’Iran, a causa dell’avanzamento del programma nucleare nazionale. Nel 2015 la grande svolta: dopo un lungo lavoro di diplomazia, portata avanti dall’UE e dagli Stati Uniti, è stato trovato un accordo siglato dalle parti a Ginevra. Dopo diversi anni di isolamento la politica estera dell’Iran è cambiata e il presidente Rouhani ha cominciato un tour in occidente per riallacciare rapporti sia diplomatici che commerciali con i paesi sviluppati. Come prima tappa dei suoi viaggi il capo di stato iraniano ha optato per l’Italia. Inaugurando una stagione che lui stesso ha definito come una nuova primavera per il suo paese, ora metà ambita per gli investimenti internazionali delle multinazionali occidentali. Gli importanti aspetti economici della visita sono però passati in secondo piano nell’attenzione dell’opinione pubblica italiana. Ad attirare l’attenzione di stampa e cittadini è stato un particolare trattamento riservato a Rouhani; infatti per evitare che l’ospite potesse essere urtato dalla visione di figure nude, qualcuno ha pensato bene di coprire con pannelli di legno alcune statue esposte nei Musei Capitolini. Secondo alcuni un’accortenza eccessiva che umilia la cultura nostrana, prostrandosi ai costumi conservatori di un capo di stato teocratico. Diversi esponenti del governo, tra cui il presidente Renzi, ma anche i ministri Franceschini e Gentiloni, si sono detti sorpresi e inconsapevoli di quanto stava accadendo alle statue e hanno definito il gesto incomprensibile. Rouhani dal canto suo si è limitato a rispondere alle domande a riguardo dichiarando che l’Italia lo ha accolto in modo estremamente gentile ringraziando il nostro paese per averlo fatto sentire a proprio agio. Ora le polemiche restano interne e Palazzo Chigi ha avviato indagini per trovare chi abbia preso la decisione. Prossima tappa europea della missione diplomatica è Parigi, dove non mancano polemiche, ma di ben altro tenore. Le attiviste del movimento Femen, hanno inscenato delle impiccagioni, per protestare contro il record detenuto dall’Iran di condanne a morte eseguire con questo brutale metodo. Un modo per farlo sentire a casa, secondo loro.
di Marco Sigillo
[Foto: IlFattoQuotidiano ]