“Il Piccolo Principe”: una commovente trasposizione di un Classico immortale

di Vittorio Paolino Pasciari

Il piccolo principe (Le Petit Prince) è un film di genere animazione-fantasy-drammatico-avventura del 2015 diretto da Mark Osborne. La pellicola è stata realizzata in CGI in combinazione con riprese in stop motion e rappresenta un libero adattamento cinematografico del celebre romanzo omonimo scritto da Antoine de Saint-Exupéry nel 1943.

Il cast vede dare ai personaggi principali le voci di Jeff Bridges / Toni Servillo (l’aviatore), Riley Osborne / Lorenzo D’Agata (Piccolo Principe), Mackenzie Foy / Vittoria Bartolomei (la piccola ragazza), Rachel McAdams / Paola Cortellesi (la mamma),  Marion Cotillard / Micaela Ramazzotti (la rosa), James Franco / Stefano Accorsi (la volpe), Benicio del Toro / Alessandro Gassmann (il serpente), Albert Brooks / Giuseppe Battiston (l’uomo d’affari), Ricky Gervais / Alessandro Siani (il vanitoso), Bud Cort / Pif (il Re), Paul Rudd / Angelo Pintus (il signor Principe) e Paul Giamatti / Carlo Reali (l’esaminatore).

Con un budget di circa 81 milioni di dollari, il film ne ha incassati globalmente circa 98 milioni (9,5 in Italia) e fra i riconoscimenti ad un film animato si annoverano il Premio César 2016 (miglior film d’animazione), due candidature (miglior colonna sonora e miglior scenografia) agli Annie Award 2016 ed una (migliori effetti speciali) alla Visual Effects Society 2017.

TRAMA In un mondo in cui contano solo doveri e responsabilità e dove i bambini si comportano come adulti, una ragazzina e sua madre hanno un colloquio per la Werth Academy, la miglior scuola della città. La prova non viene superata a causa di un quesito inaspettato e la ragazza viene scartata. Ma la madre non si arrende e decide di trasferirsi nel quartiere dell’istituto affinché sua figlia possa studiare tutto l’anno, ritentare l’ammissione e frequentare la scuola. L’unica casa libera si trova accanto ad una bizzarra abitazione dove vive un vecchio dall’aspetto grottesco. Un giorno, mentre è intenta a studiare, la ragazza riceve una lettera, sotto forma di foglio piegato ad aereo, in cui si narra la storia di un Piccolo Principe venuto da un asteroide. Incuriosita dal racconto, la ragazzina decide di introdursi nel giardino del suo bizzarro vicino. L’anziano padrone di casa, un aviatore alle prese con la riparazione del suo biplano, stringe una grande amicizia con la ragazza e inizia a raccontarle la storia del Piccolo Principe. Sarà questo l’inizio di un’emozionante avventura per riscoprire il vero significato ed il valore dell’infanzia per crescere in meglio e non solo in bene.

ANALISI  L’azione scorre lenta e procede su più livelli marcati dalla stessa animazione che cambia a seconda del punto di vista narrativo, ovvero CGI per la storia della ragazzina e stop motion per il personaggio che dà il titolo al film. Da un lato c’è una realtà fittizia che punta l’occhio sull’ossessione del successo pratico proiettata sull’infanzia segnata da un difficile rapporto genitori-figli. In seguito questa errata concezione di crescita si scontra con un’altra, più leggera, che vuole far scoprire la fantasia che dovrebbe guidare l’età dell’innocenza attraverso il potere curativo delle pagine da sfogliare e della Natura da preservare. Infine due eventi ai limiti del traumatico riportano alla cruda realtà facendo emergere le colpe degli adulti che confondono ciò che conviene con ciò che rende felici. Un balzo verso un nuovo contesto fantasy è l’ultima prova per recuperare ciò che era perduto e, in un congedo emozionante e commovente, ribadire la lezione di un Classico immortale della letteratura.

C’è una cosa che mi rattristerà sempre,

ed è di essere diventato grande.

FRA AEREI E PAGINE Lo scrittore, aviatore e militare francese Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry (1900-1944) è conosciuto nel mondo per essere stato l’autore del famoso romanzo Il piccolo principe che nel 2017 ha superato il numero di 300 traduzioni in lingue e dialetti diversi, risultando tutt’ora il testo più tradotto secondo solo a quelli religiosi. Ma da ricordare sono anche una serie di racconti sul mondo dei primi voli aerei, la sua prima passione dopo la scrittura, tra i quali Volo di notte, Terra degli uomini, L’aviatore. Come scrittore riconosciuto in tutto il mondo vinse premi letterari durante la sua vita.

Originario di Lione, da una famiglia cattolica di nobili origini, presto rimane orfano di padre ma trascorre comunque un’infanzia felice. Allevato dalla madre, un’ottima pittrice, si trasferisce con la famiglia a Le Mans, dove cresce nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens. Fra gli alunni del collegio gesuita di Notre-Dame de Sainte-Croix si distingue come il più fantasioso ma anche il più prepotente e viziato. Il 1912 lo vede salire per la prima volta su un aereo, un Berthaud-Wroblewski all’aeroporto di Ambérieu e con la Grande Guerra si accentua la solitudine del futuro scrittore (separazione dalla madre, soggiorno in nuovo collegio in Svizzera, morte del fratello François, iscrizione al liceo Bossuet). Dopo una prima e fallimentare esperienza alla Scuola navale (respinto all’esame di ingresso), nel 1921 si arruola nel II reggimento di aviazione di Strasburgo e ottiene il brevetto di pilota prima civile e poi militare.

Durante un breve soggiorno a Parigi, nel 1926 scrive e pubblica il suo primo racconto (L’aviatore). Nell’ottobre dello stesso anno viene assunto come pilota postale dalla Compagnia Generale di Imprese Aeronautiche Latécoère (nota in seguito come Aéropostale). Tre anni dopo pubblica il suo primo libro, Corriere del sud, seguito nel 1931 da Voi de nuit che vince il Premio Femina di quell’anno. L’esperienza francese lo porta fino a Buenos Aires dove diventa direttore della linea aeropostale Argentina-Francia distinguendosi per l’ottimo lavoro svolto ed il servizio molto elogiato. Durante il soggiorno argentino incontra il grande amore della sua vita, Consuelo Suncín-Sandoval Zeceña de Gómez, pittrice e artista originaria di El Salvador che sposa nel 1931. Da un’autobiografia ritrovata dopo la morte di Consuelo (1979) e pubblicata nel 1999 si narra di come la moglie sia musa ispiratrice di Saint-Exupéry e di come il matrimonio risulti turbolento a causa dei lunghi periodi di assenza e delle relazioni extraconiugali di lui, in combinazione con il sodalizio di lei con il gruppo dei surrealisti (André Breton, Marcel Duchamp, Balthus).

L’esperienza di pilota postale si conclude amaramente nel 1932 ed Antoine torna in Francia cercando di dedicarsi alla scrittura e al giornalismo. Ma la via dell’aviatore riprende nel 1935 con un tentato raid aereo Parigi-Saigon. La prospettata avventura si traduce in una sciagura nel deserto: precipitato, Antoine viene prima aiutato da un beduino e poi tratto in salvo dagli aerei della Regia Aeronautica italiana di stanza a Derna. Dopo un’esperienza di inviato dell’Intransigeat in Catalogna durante la Guerra civile spagnola nel 1939 viene pubblicato il libro Terra degli uomini, best seller premiato all’Académie française.

Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruolò nell’aeronautica militare francese e, dopo l’armistizio nelle Forces aériennes françaises libres, passò dalla parte degli Alleati. Nel 1942 un grave incidente lo costringe a riparare a New York e quando gli Alleati sbarcheranno in Africa del Nord è lui a chiedere di essere arruolato nell’aviazione americana per tornare in Francia volando. Sono proprio gli editori statunitensi nel 1943 a pubblicare, per primi e in inglese, Il piccolo principe, romanzo in forma di favola sulla educazione sentimentale che consacra definitivamente Saint-Exupéry come scrittore diventando uno dei più venduti ed il più tradotto, se si escludono i testi religiosi. Tornato in Europa e ripresa l’attività aviatoria, ad Antoine è affidata una serie di cinque missioni di ricognizione fra Sardegna e Corsica. Dall’ultima di queste non fece più ritorno, precipitando in mare dopo essere decollato con un F-5 dalla base militare di Borgo in Corsica in direzione di Lione. Era il 31 luglio 1944 e lui aveva 44 anni, un mese e due giorni.

La sua scomparsa restò per molti anni avvolta nel mistero, finché nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo, nel mare antistante la costa marsigliese. In seguito è stato possibile accertare che fu un caccia tedesco della Luftwaffe ad abbattere il velivolo. In occasione del centenario della nascita, allo scrittore è stato intitolato l’aeroporto di Lione, fino a quel momento chiamato Lyon Satolas.   

I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini,

star sempre lì a dargli delle spiegazioni.

EDUCAZIONE SENTIMENTALE Il libro che ha consacrato Antoine de Saint-Exupéry come scrittore a livello mondiale è un racconto che è stato pubblicato il 6 aprile 1943 a New York presso l’editore Reynal & Hitchcock nella traduzione inglese (The Little Prince) ad opera di Katherine Woods con testo e disegni realizzati in vari siti di New York, specialmente nella residenza Bevin House di Asharoken, Long Island. La stessa casa editrice ha poi ripubblicato pochi giorni dopo il libro nell’originale francese. La prima pubblicazione in Francia risale al 1945 a Parigi presso Éditions Gallimard mentre la prima edizione italiana è del 1949 presso l’editore Bompiani di Milano.

Il racconto, sotto forma di opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita ed il significato dell’amore e dell’amicizia. Ciascun capitolo narra di un incontro che il protagonista fa con diversi personaggi e su diversi pianeti. Ognuno de personaggi lascia il piccolo principe stupito e sconcertato dalla stranezza dei “grandi”. Ciascuno di questi incontri può essere interpretato come un’allegoria o uno stereotipo della società moderna e contemporanea, ed in questo senso si può parlare di un’educazione sentimentale. Il successo del libro ha inevitabilmente dato vita, oltre che ad innumerevoli edizioni successive, a riferimenti, citazioni ed adattamenti, live action e animati, per il piccolo e grande schermo.

Una prima versione cinematografica è un musical del 1974, per la regia di Stanley Donen in cui sono da annoverare l’indimenticabile genio Gene Wilder nel ruolo della volpe e il Golden Globe 1975 per la migliore colonna sonora. Il regista Mark Osborne (Kung Fu Panda) con l’aiuto di Irena Brignull e Bob Persichetti alla sceneggiatura va oltre la semplice trasposizione del libro e punta il dito contro una errata idea di educazione dei figli. Il risultato è una emozionante e suggestiva opera che mostra in perfetto equilibrio il contrasto fra la fredda realtà del mondo degli adulti (la mamma della ragazzina, l’uomo d’affari, l’esaminatore) e la vivace e vera essenza dell’infanzia da ricordare anche da adulti (il vecchio aviatore, il piccolo principe, la ragazzina), fra la venefica ossessione del successo che non vede oltre l’utile e la spensierata e benefica felicità che sviluppando l’immaginazione fa ritrovare sé stessi e insegna a vedere la bellezza racchiusa nelle piccole cose.

Il contrasto dei due contesti è reso ancora più suggestivo dalla scelta di due livelli di animazione, uno odierno e capace di stupire se ben dosato (CGI) ed un altro vecchio stile che richiama e ravviva le emozioni con il realismo non meno suggestivo di mezzi artigianali (stop motion) in cui le pagine, letteralmente e magicamente, prendono vita.

Non si vede bene che con il cuore,

l’essenziale è invisibile agli occhi. 

Il messaggio immortale racchiuso nelle parole del piccolo e grande libro di Saint-Exupéry è una lezione semplice che prende nuova linfa grazie ad una trasposizione emozionante e suggestiva che, unita a tutto quell’inestimabile patrimonio che è la letteratura (IL CARTACEO NON SI BATTE!), deve essere ricordata sia dai piccoli sia – mai come adesso – dai grandi. Riscoprire grazie alle pagine l’infanzia perduta è un dono che risveglia la curiosità di cercare il bello che sta oltre l’apparenza di un’umanità in rovina e restituisce l’entusiasmo e la voglia di vivere e andare avanti finché ancora si può. E tutti quelli che dicono che la letteratura per ragazzi non serve a niente sono i veri falliti che, rinnegando di essere stati bambini e schiacciando il cuore sotto il veleno del profitto fine a sé stesso, contribuiscono solo – come questa epoca di pandemia rende ogni giorno manifesto – a renderci disumani ed indegni epigoni di una in-civiltà in degrado totale.

LIBRO DA RILEGERE E FILM DA VEDERE.

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