Il Carnevale è una festa popolare che però ha dei riferimenti precisi in un determinato periodo dell’anno cattolico/cristiano che precede il tempo liturgico della Quaresima e prevede celebrazioni pubbliche a febbraio o all’inizio di marzo. Costumi e maschere consentono alle persone di mettere da parte la loro individualità quotidiana e sperimentare un accresciuto senso di unità sociale. I partecipanti spesso indulgono nel consumo eccessivo di alcol, carne e altri cibi che saranno messi da parte durante la prossima Quaresima. Da un punto di vista religioso, si può anche dire che questo festival è noto per essere un momento di grande indulgenza, e quindi una sorta di “sospensione della colpa”, prima della Quaresima con il bere, l’eccesso di cibo.
Secondo la più accreditata interpretazione la parola “carnevale” deriverebbe dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
I caratteri della celebrazione del carnevale hanno in realtà origini in festività molto antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente.
Ma perchè le maschere e i carri allegorici? In particolare, nel mondo antico romano la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’Impero romano, comporta la presenza di gruppi mascherati. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. L’antica tradizione del carnevale si è mantenuto anche dopo l’avvento del Cristianesimo e anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all’Unità d’Italia.
In giro per il mondo il Carnevale è diffusissimo. Il più famoso è ovviamente il Carnevale di Rio, seguito poi dal Carnevale di Santa Cruz de Tenerife in Spagna e poi dai tanti bellissimi e importantissimi Carnevali italiani, uno tra tutti quello famosissimo di Venezia.