Disoccupati, precari, studenti, cassintegrati, ieri hanno sfilato contro la Bce non per seminare disordini ma per far sentire la loro voce, per reclamare i loro diritti negati, gridando slogan e alzando striscioni contro il sistema politico finanziario che riduce i cittadini alla fame.
“Siamo in piazza perché disperati, perché non abbiamo lavoro, perché gli ospedali non funzionano. Siamo persone che pagano sulla loro pelle, che si vedono negati i diritti essenziali”, gridano nei megafoni.
E invitano gli altri che stanno alle finestre, ad unirsi a loro, solidarizzano con i commercianti, dicendo loro: “Non è di noi che dovete aver paura, non siamo noi i Black bloc ma quelli che siedono adesso alla Reggia di Capodimonte e che giocano con la vita della gente che non riesce ad arrivare a fine mese, a dare una vita dignitosa e un futuro ai loro figli” .
Alle 11, l’atmosfera si è surriscaldata, e si è rischiato di arrivare allo scontro con la polizia, ma in realtà nessuno ha manifestato comportamenti violenti, quindi solo tanta retorica nelle parole della questura quando dice : “ E’ stato grazie alle forze dell’ordine che la manifestazione non è degenerata”