Massimo Troisi morì il 4 giugno del 1994 ma la sua carriera e la sua vita lo hanno reso immortale. Un successo così elevato che secondo un sondaggio del 2009 condotto dal giornale online quinews.it è risultato essere il terzo comico italiano più conosciuto e amato, preceduto rispettivamente da Alberto Sordi e Totò.
E’ un giovane studente quando comincia ad interessarsi al teatro, iniziando a recitare in un gruppo teatrale “I Saraceni“, di cui facevano parte Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci. Nel 1972 lo stesso gruppo fonda il Centro Teatro Spazio all’interno di un ex garage a San Giorgio a Cremano. La svolta arriva nel 1977 quando, assieme a Decaro e Arena, Troisi fonda “la Smorfia” cominciando a recitare al Sancarluccio di Napoli. Il successo teatrale ben presto si trasforma in un grande successo televisivo. Dopo un altro successo, questa volta in radio con “Cordialmente insieme”, negli anni Settanta arrivano i primi risultati in tv con “Non stop” e “Luna park“.
Gli anni Ottanta segnano l’inizia della grandissima carriera cinematografica di Troisi. Il primo è il cult “Ricomincio da tre” del 1981 che incassò al botteghino la cifra record di 14 miliardi raccontando la storia di un giovane napoletano che parte e si trasferisce temporaneamente al Nord. E’ del 1982 “Morto Troisi, viva Troisi!“, un film inserito in una puntata speciale della serie di Rai Tre “Che fai… ridi?“, che racconta di una lunga serie di personaggi che danno il loro estremo saluto a Troisi nella camera ardente a San Giorgio a Cremano. Il successo continua poi con “No grazie, il caffè mi rende nervoso“. E’ del 1983, invece, “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?“. Nel 1984 esce nelle sale “Non ci resta che piangere“, il capolavoro a doppia firma di Roberto Benigni eMassimo Troisi che vende oltre un miliardo di biglietti: una commedia sui viaggi nel tempo di due amici che si ritrovano nella Toscana del 1492. Nel 1987 partecipa al film “Hotel Colonial“ e ad un altro film di successo, ovvero “Le vie del signore sono finite“. Verso la fine degli Anni Ottanta sono nasce un tris di film che segna la collaborazione di Troisi con Ettore Scola: “Splendor”, “Che ora è?” e “Il viaggio di Capitan Fracassa”. Nel 1991 è il turno di un altro iconico film: “Pensavo fosse amore…invece era un calesse“. Nel 1994 il suo ultimo film: “Il Postino“. La pellicola, girata su un’isola napoletana, racconta dell’amicizia tra Pablo Neruda e un umile postino. Fu l’ultima fatica di Troisi che poche ore dopo la conclusione delle riprese morì nel sonno a causa del suo cuore malato da tempo.