Anche la Grecia legalizza il matrimonio civile per le coppie gay e il diritto alle adozioni. Si attesta quindi come il trentasettesimo Paese al mondo a legalizzare l’adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso. Un evento davvero eclatante se si pensa alla forte impronta cristiano-ortodossa presente al suo interno. Per il Primo Ministro di stampo conservatore, Kyriakos Mitsotakis, tale avvenimento è “una pietra miliare per i diritti umani che riflette la Grecia di oggi, un paese progressista e democratico, impegnato con passione nei valori europei”. Una decisione necessaria per il bene del Paese e che “abolirà coraggiosamente una grave disuguaglianza”.
La nuova normativa è stata accolta con entusiasmo dalle organizzazioni LGBTQ+ e dalle famiglie arcobaleno in Grecia, che sono scese nelle piazze per festeggiare. Un primo passo, a dire il vero, era già stato compiuto nel 2015. Durante il governo di Alexis Tsipras, infatti, la Grecia rese possibili le unioni civili per le coppie omosessuali che, però, non offrivano le stesse garanzie giuridiche del matrimonio. Inoltre, nelle famiglie gay con bambini solo il genitore biologico poteva essere considerato legalmente il tutore del minore, mentre l’altro era equiparato formalmente ad un estraneo. Addirittura, in caso di morte del genitore biologico, lo Stato revocava l’affidamento all’altro.
Mitsotakis ha insistito proprio sulla necessità di porre fine alle situazioni grottesche riguardanti l’omogenitorialità. La Grecia ha sicuramente dimostrato come maggioranze di governo conservatrici possano legiferare anche per assicurare alle minoranze diritti, degni di essere chiamati tali. Speriamo che questa scelta venga presa da esempio anche dagli altri Paesi che ancora riconoscono diritti diversi alle coppie etero e gay.