Cari amici, il nostro consueto appuntamento settimanale vede stavolta protagonista una grappa. Del resto, non si può parlare sempre di espressioni d’oltralpe, no?
Prima di passare alle note degustative, credo sia doveroso parlarvi brevemente di una realtà estremamente nota nell’ambito della produzione della grappa nonché di altri distillati.
CENNI STORICI
Mazzetti d’Altavilla è attiva fin dal lontano 1846. In quell’anno Filippo Mazzetti avviò la produzione di grappa a Montemagno, nel cuore del Monferrato. A quei tempi, come recita la storia riportata nella pagina ufficiale del produttore, le vinacce erano considerate, impropriamente, un materiale di disavanzo del processo di produzione del vino. A causa dell’incuria di molti produttori, spesso non erano conservate e trattate al meglio, impedendone quindi l’uso per la produzione di grappe di qualità.
Filippo Mazzetti decise quindi di ribaltare la situazione, scegliendo solo le migliori vinacce per la produzione di grappe eccellenti. Per tale scopo non esitò a rivolgersi alle cantine vinicole nei pressi della propria distilleria, spingendosi anche oltre, nella zona delle Langhe e nel Roero.
Col tempo la produzione crebbe, la distilleria fu ampliata e trasferita ad Altavilla Monferrato e la tecnica produttiva continuò ad affinarsi e specializzarsi.
Ad oggi, Mazzetti d’Altavilla è una prestigiosa realtà del panorama produttivo italiano ed è nota sia in patria che all’estero. Il suo range di prodotti è composto essenzialmente da blasonate grappe monovitigno, distillate in alambicchi di rame a vapore con metodo discontinuo
CARATTERISTICHE TECNICHE
A tal proposito, oggi avrò il piacere di esaminare la Grappa di Ruché 7.0, un cru realizzato dalla storica distilleria piemontese Mazzetti d’Altavilla, oggi alla settima generazione di distillato. Il 7.0 intende richiamare anche questo, la forza e la tradizione di una famiglia storica nell’arte della distillazione. Al contempo, 7 sono i comuni in cui si produce il Ruché, vino DOCG della zona del Monferrato Astigiano, realizzato con vitigno omonimo. Il Ruché è un rosso intensamente profumato, con distinta nota di viole ma anche altri intensi sentori floreali. Dalle vinacce si ottiene la grappa di cui parleremo oggi.
Zero, come i km percorsi dalle vinacce per giungere in distilleria, dato che la produzione avviene in loco e, molto importante, zero come l’impatto ambientale grazie all’uso di fonti energetiche rinnovabili. Accolgo sempre con piacere le innovazioni rispetto ai più tradizionali cru, non vedo quindi l’ora di passare alle note degustative ed esprimere la mia modesta opinione.
NOTE DEGUSTATIVE
Aspetto: Oro.
Olfatto: Inebriante e molto delicato, con note di viola intrecciate a miele millefiori, ma anche gradevole zucchero di canna, gelsomino e un piacevole tocco di cedro. Olfatto dolce, senza risultare stucchevole.
Palato: Di corpo medio, rilascia nuovamente le dolci note di miele ravvisate in sede olfattiva, accompagnate da una leggera ed elegante speziatura, di noce moscata e cannella. Elegante e tenue apporto legnoso; delicata mandorla tostata, liquirizia dolce. In fundis, cedro.
Finale: Medio, di miele, spezie, mandorle e liquirizia.
GIUDIZIO FINALE
Grappa decisamente molto piacevole e armonica: eleganza e dolcezza, senza tuttavia risultare banale ma anzi, decisamente un prodotto intrigante. Unico neo la persistenza finale, che avrei desiderato essere più incisiva. Ad ogni modo, gran bell’espressione! Peraltro, perfettamente in linea con la stagione estiva, pur essendo apprezzabile anche con temperature più rigide.