Un giorno storico per la scienza e per l’umanità. Ieri, nel centenario della pubblicazione della “Teoria della relatività” di Albert Einstein, è stata annunciata la tanto attesa scoperta delle onde gravitazionali. La scoperta è frutto di anni di studio e ricerche condivisi tra le due sponde dell’Atlantico. A dividersi il merito con i ricercatori americani, anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che grazie allo strumento chiamato Virgo è riuscito a captare i segnali emessi dalle onde gravitazionali appunto. Purtroppo nel nostro paese ogni qualvolta si parla di ricerca si deve sempre tenere presente la situazione di disagio in cui tantissimi scienziati italiani si ritrovano a lavorare quotidianamente. Il problema del precariato continua a tormentare i ricercatori e il personale amministrativo nelle strutture di ricerca. Attualmente la categoria in Italia vede il proprio lavoro ripagato con stipendi mediamente tra i 1400 e i 1500€, pari a circa la metà delle medie europee. Per non parlare della condizione contrattuale, che non accenna a sbloccarsi; non ci sono nuovi concorsi per assunzioni dal 2010 e ogni anno viene rinnovato un contratto a tempo determinato. Restano quindi un miraggio anche gli avanzamenti di carriera e i riconoscimenti per i risultati raggiunti. Tutto questo a causa dei continui tagli alla ricerca e all’università effettuati dagli ultimi governi, che però a quanto pare non hanno mai smorzato la professionalità, né frenato le competenze dei ricercatori italiani che ancora una volta si sono resi protagonisti in positivo a livello mondiale. Si spera anche nelle parole del ministro Giannini che ha promesso 2 miliardi di euro da investire nella ricerca nel 2017. Vedere per credere verrebbe da dire.
di Marco Sigillo