Mercoledì 15 luglio, alle 19.40 ora italiana, è stata data notizia alla famiglia della morte del napoletano Mario Carmine Paciolla, 33enne che viveva da mesi in una località a 650km da Bogotà, dove collaborava con una organizzazione ONU per la verifica dei risultati dei progetti ONU sul campo. Da giorni il Paciolla si sentiva con la famiglia confessando la sua apprensione per strani comportamenti di gente a lui nota che lo facevano sentire minacciato. Era chiuso in casa per le misure del contenimento del contagio Covid-19, aveva appena comprato il biglietto aereo per tornare in Italia, ma è morto prima ed è stato ritrovato in una scena che sembra essere quella di un suicidio ma con tantissime ombre. Più di un elemento, infatti, smentisce questa ricostruzione. “Per favore indagate su questa ennesima morte di un giovane italiano all’estero per mano di criminali“: è l’appello degli amici che sul sito Change.org hanno fatto partire una petizione diretta al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dal titolo “Morte di un operatore italiano dell’ONU in Colombia” che ha già raggiunto quasi 60mila firme. Ecco come firmare: CLICCA QUI .
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