“Giurato Numero 2”: giustizia e convenienza nell’ultimo film di Clint Eastwood

Il film che potrebbe congedare Clint Eastwood dal mondo del Cinema

di Vittorio Paolino Pasciari

“Giurato numero 2” è un film di genere drammatico-thriller del 2024 diretto e co-prodotto da Clint Eastwood per la sceneggiatura di Jonathan Abrams. Il CAST è formato da Nicholas Hoult (Justin Kemp), Zoey Deutch (Ally Kemp), Gabriel Basso (James Sythe), Francesca Eastwood (Kendall Carter), J. K. Simmons (Harold), Kiefer Sutherland (Larry Lasker), Toni Collette (Faith Killerbrew), Amy Aquino (giudice Thelma Hollub), Chris Messina (Eric Resnick), Cedric Yarbrough (Marcus), Leslie Bibb (Denice Aldworth), Adrienne C. Moore (Yolanda), Chikako Fukuyama (Keiko), Zele Avradopoulos (Irene) e Drew Scheid (Brody). La pellicola, prodotta con un budget di 30 milioni di dollari, è risultato un flop al botteghino, ottenendo un incasso totale di circa 24,8 milioni. La critica ha espresso pareri positivi: indice di gradimento del 92% per 168 recensioni con voto 7,3/10 sul sito Rotten Tomatoes e punteggio 72/100 per 37 recensioni su Metacritic.

TRAMA Savannah, Georgia (USA). Il 25 ottobre 2021 James Sythe e la fidanzata Kendall sono in un bar quando iniziano a litigare e lei, dopo essere stata inizialmente seguita fuori dal locale dal ragazzo, si avvia da sola a piedi verso casa sotto una pioggia battente mentre James se ne va via in auto nella direzione opposta. Due giorni dopo il cadavere di Kendall viene rinvenuto in un ruscello sotto un ponte e, secondo il medico legale, la causa della morte è un colpo alla testa forse inferto con una delle pietre presenti sulla strada sopra il ponte. Così la morte viene dichiarata un omicidio e viene accusato James.

Un anno dopo il giornalista ed ex-alcolista Justin Kemp, la cui moglie Ally è al 7° mese di una gravidanza a rischio – l’anno precedente avevano perso due gemelli che aspettavano – viene scelto come giurato n° 2 nel processo contro Sythe. Nel vedere le dinamiche della morte di Kendall il reporter rimane sconvolto: la notte del presunto omicidio, ovvero la stessa data della nascita dei gemelli perduti, lui stesso era nel locale dove i due fidanzati avevano litigato. Sebbene non avesse bevuto, quella notte si era messo al volante sconvolto e, proprio lungo la strada che la ragazza stava percorrendo a piedi, ha urtato qualcosa che, una volta sceso dall’auto, non ha trovato, convincendosi così di aver sfiorato un cervo.

Di fronte all’idea che la ragazza sia, in realtà, stata travolta con l’auto da lui stesso e di trovarsi ad essere giurato di un processo in cui dovrebbe invece essere l’imputato, Justin precipita in un baratro dove si troverà combattuto fra il dover scegliere la giustizia richiesta dall’onestà del suo animo e la convenienza per evitare ulteriore sofferenza alla sua già tormentata situazione familiare.

“Tu sai cosa fare. Sono i segreti a farci ammalare”.

ANALISI Il contrasto fra una giustizia veloce e una convenienza naturale è il filo conduttore di un’azione che scorre veloce scandita da primi piani alternati da flashback in due essenziali contesti, in bilico fra palese e nascosto, fra idealismi fin troppo evidenti e tristi realtà personali celate. La ricerca della verità è lo sfondo per dipingere i caratteri resi ancora più complessi da interpreti impeccabili. Dopo una prima parte incentrata sul dramma processuale, si passa a quella conclusiva incentrata su una situazione familiare difesa fino alla corruzione interiore. Il finale sospeso sembra voler accentuare quanto ambiguo sia il concetto di giustizia e lasciare allo spettatore la libertà di scegliere quale sarà la potenziale conclusione di un intreccio che fino all’ultimo resta sospeso fra ciò che è giusto e ciò che conviene per i singoli e per la società.

“A volte la verità non è giustizia.”

UN TORMENTATO CONGEDO? Quando un esperto o un appassionato di cinema si imbattono nel nome di Clint Eastwood, l’esperto e l’appassionato si inchinano di fronte ad una leggenda vivente. Non esiste titolo nel mondo in celluloide in cui l’attore, regista produttore e compositore originario di San Francisco non abbia dimostrato il suo indiscusso valore, davanti e dietro la cinepresa, creando opere capaci di emozionare e far riflettere quando si affronta il tema dei duri solo di facciata (Gran Torino recensione qui) e della fragilità dell’animo umano di fronte ad una realtà spietata (Mystic River recensione qui).

Nel contesto del legal-thriller non si può non ricordare un biopic nel 2019 (Richard Jewell recensione qui). Ma se nel caso del vigilante vittima del gossip, il maestro Clint ha voluto evidenziare la deviazione dei media che seguono lo scandalo e non inseguono la verità, con la figura del giornalista in bilico fra giustizia e famiglia si vuole puntare il dito direttamente sulle contraddizioni dell’essere umano: per quanto onesto si professi, se messo di fronte ad una giustizia che può minare un contesto familiare già segnato da un destino crudele, risulta assai difficile evitare di superare quel sottilissimo limite che separa ciò che è giusto da ciò che conviene.

Se l’inossidabile Clint, 94 anni portati con orgoglio, vuole davvero concludere una lunghissima carriera di tutto rispetto che ha ampiamente soddisfatto le aspettative di pubblico e critica e ha meritato l’immortalità nell’olimpo della celluloide, allora non si può che ringraziare per le innumerevoli emozioni e augurare serenità al mito vivente.

INTRIGANTE ED EMOZIONANTE.

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