La stella del nuoto artistico italiano Giorgio Minisini lascerà l’attività agonistica. La comunicazione è arrivata, attraverso un’intervista a La Stampa, dopo la mancata convocazione per le Olimpiadi di Parigi. In questa occasione, infatti, per la prima volta anche gli uomini sarebbero potuti entrare nelle squadre di nuoto artistico per le Olimpiadi, ma di 96 convocati di 18 paesi nessuno è maschio.
“Si è visto lo stato culturale dello sport e forse non solo quello. Così poco pronti a inserire un elemento di diversità da rifiutarlo in toto – dichiara Minisini – Sono stati inseriti gli uomini senza creare dei parametri e tutti si sono preparati con 8 donne tentando di aggiungere un uomo nel ruolo di una ragazza. Chiaramente risultava un elemento estraneo. Il nuoto artistico è un ambiente conservatore. Potevamo essere considerati pionieri, tracciare una rotta sociale, però nessuno ha fatto il lavoro giusto. Negli sport di giudizio si tende a valutare secondo le aspettative: se c’è un uomo tra le donne vedi una differenza e tendi a dare un voto più basso perché è disomogeneo“.
“Siamo tanto in ritardo su battaglie importanti, come l’integrazione, la discriminazione e proprio quando si spinge sull’acceleratore la risposta di contraccolpo è violenta – ha chiosato, annunciando il suo ritiro dalle gare ufficiali – Vorrei portare un’idea di sport diverso, a partire dal mio che insegue il risultato a ogni costo, pure costruendo un ambiente che chiede la rinuncia della sanità mentale». Lui, infatti, ci ha rinunciato «totalmente. Mi sono annullato, ho proprio alcuni vuoti nel passato. C’era anche una mia predisposizione personale, ma appunto dovremmo lavorare in una condizione che non ci esponga così“.
