Giordano Bruno: oltre il mito del Nolano

di Annibale Napolitano

In una edizione rinnovata, il Giordano Bruno di Marc Monnier, scrittore italo-svizzero vissuto a Napoli a metà Ottocento, va a ripercorrere la vita del grande filosofo nolano, citando documenti e biografie, tessendo il sottile filo delle sue opere che portarono il nolano alla morte per eresia a Roma nel 1600.

LE DIVERSE EDIZIONI Dal titolo completo “Giordano Bruno-Oltre il Mito del Nolano“, nel suo essere concisa ed essenziale, l’opera di Monnier fornisce uno spaccato importante della biografia di Giordano Bruno. Con l’edizione 2018 della casa editrice Martin Eden si da una nuova lettura a quello che era l’articolo originale di Monnier, pubblicato su una rivista letteraria svizzera, in due puntate, tra il novembre e il dicembre del 1884. L’edizione italiana uscì invece nella primavera dell’anno successivo con l’aggiunta di una serie di documenti del magistrato svizzero Theofile Doufur. La principale fonte usata dal Monnier è la prima edizione della documentata biografia compilata dal filosofo e politico torinese Domenico Berti. A questi libri Monnier aggiunse le ricerche di Theofile Doufur apparse sulla stampa svizzera solo pochi mesi prima del suo articolo, ovvero nell’estate del 1884. La particolarità della biografia bruniana di Monnier rispetto ad altri testi e saggi sta nella didascalica essenzialità con cui viene narrata la vita del “Nolano” ai suoi ignari (di Bruno) lettori francesi alla stregua di un poeta/scrittore con impeti rivoluzionari più vicini ai nostri giorni.

L’OPERA Monnier inserisce in introduzione una serie di capitoli sulle vicende biografiche di Bruno del periodo dell’adolescenza e della formazione in età giovanile, fino al peregrinare per l’Europa, a Ginevra, tra Francia  e Inghilterra, e poi nel cuore del luteranesimo, prima a Marburgo e poi a Wittenberg. Ai capitoli del giovane Bruno seguono quelli delle recensioni critiche della sua commedia giovanile per eccellenza: il Candelaio Lo Spaccio de la Bestia Trionfante, l’opera che condannò più delle precedenti al rogo Giordano Bruno. Tuttavia, Monnier afferma che furono probabilmente i dialoghi tra Sofia, Saulino e Mercurio a costar caro a Bruno: il Nolano, divagando, trattava di tutto e tutti con un’ impertinente franchezza, in un’epoca in cui l’Inquisizione romana era attivissima e toccò anche Galileo Galilei e Campanella. Nell’ultimo capitolo si ripercorrono gli ultimi anni del filosofo vissuti tra Venezia e Roma, gli anni del carcere prima a Venezia e poi a Roma, con le testimonianze del Berti ma anche di un tedesco luterano convertito dell’epoca (che si firmava Scioppius) ed era la sola testimonianza nell’800 degli ultimi istanti di vita di Bruno, per di più scritti in tono ironico e nemico. Costui, dopo aver elencato le ragioni dell’eresia di Bruno, ovvero l’aver teorizzato l’infinità dei mondi, la trasmigrazione delle anime, l’immanenza dello Spirito Santo, l’eternità dell’universo e la salvezza del Diavolo, aggiunge i particolari degli ultimi giorni di vita di Bruno (ovvero le due dilazioni di quaranta giorni e gli otto giorni finali prima del rogo come opportunità di ritrattare le tesi sostenute), per concludere poi con una feroce ironia gli ultimi istanti di vita del filosofo, intento a disprezzare l’immagine del Salvatore che gli sarebbe stata presentata davanti.

LE OPERE DI GIORDANO BRUNO Del filosofo nolano si sa che le sue opere più importanti sono suddivise in due gruppi: uno comprende i primi tre dialoghi pubblicati a Londra nel 1584 (La Cena delle Ceneri, De la causa, principio et uno, De l’universo, infinito et mondi), l’altro invece comprende la commedia mitologica “Spaccio de la Bestia Trionfante” (di cui parlerà anche Monnier nella sua opera assieme alla commedia giovanile Il Candelaio), il dialogo “Gli eroici Furori” e le satire “La cabala del cavallo Pegaso” e “L’asino cillenico”.

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