Giacomo Passeri rinchiuso in carcere in Egitto: “Circondato da feci e scarafaggi”

di Luisa Sbarra

Dopo le drammatiche vicende di Giulio Regeni e di Patrick Zaki, un altro italiano è tenuto in prigione in Egitto, in condizioni disumane, senza poter avere contatti diretti con amici e parenti. È quanto accaduto al giovane Luigi Giacomo Passeri, 31 anni, detenuto nel carcere di Badr, a nord del Cairo, dallo scorso 23 agosto 2023. Il suo arresto sarebbe avvenuto in seguito ad una perquisizione, effettuata da due agenti di polizia, che lo hanno trovato con addosso una piccola quantità di marijuana, che il giovane dichiara fosse solamente per uso personale. Secondo i pochi e frammentari documenti, in lingua araba, della polizia egiziana, dati alla famiglia, è però accusato di possesso e traffico di droga e di far parte di una rete di spaccio locale. Inoltre, la famiglia ha appreso che, pochi giorni fa, il 21 agosto per la precisione, Giacomo è stato condannato a scontare 25 anni di carcere in Egitto.

Passeri ha un difensore egiziano, il cui compenso di 30.000 euro è stato sostenuto tramite una raccolta fondi organizzata dal fratello Andrea. Nonostante ciò, il suo caso giuridico è stato segnato da costanti e significativi ritardi, le udienze infatti sono state frequentemente rinviate e ci sono state anche difficoltà nel garantire la presenza di interpreti. La famiglia Passeri insieme l’Ambasciata Italiana al Cairo hanno più volte chiesto, senza riuscirci, di poter vedere il ragazzo o di sentire la sua voce.

Nelle lettere inviate alla famiglia il giovane scrive di essere tenuto in condizioni di detenzione molto dure, di essere vittima di soprusi e maltrattamenti e di essere persino stato torturato. Racconta di essere stato: “rinchiuso per ore in una cella piena di feci, urine, scarafaggi, con le manette talmente strette da non far più scorrere il sangue nelle dita”. Messo in una cella con detenuti accusati di omicidio e tentato omicidio, ha comunicato di essere stato operato d’urgenza d’appendicite e abbandonato a sé stesso senza cure per giorni, tra agenti che gli tiravano l’acqua addosso e lo minacciavano in arabo.

A denunciare pubblicamente, in Italia, la difficile situazione, presentando un’interrogazione parlamentare, è stato il vice-capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che ha richiesto un intervento urgente al governo, preoccupato da un possibile nuovo caso Regeni. “Non vogliamo neppure altri casi Salis. Nessun accordo energetico può giustificare forme di indolenza. L’ambasciata italiana in Egitto deve garantire assistenza e supporto e muoversi perché si svolga un equo e giusto processo in tempi celeri. Il governo si mobiliti per riportare Luigi Giacomo in Italia” ha dichiarato Grimaldi.

Il Ministero degli Esteri ha assicurato, in risposta, che il caso di Passeri è seguito con la massima attenzione ed è stata richiesta l’autorizzazione a una visita consolare in carcere, con la massima urgenza per prestare ogni necessaria assistenza. La famiglia preoccupata lancia comunque un appello che speriamo venga accolto con quanti più strumenti possibili: “Chiediamo allo Stato, alla politica italiana di farlo tornare in Italia, di interessarsi almeno al caso attraverso la documentazione ufficiale rilasciata dalle autorità egiziane in mio possesso. Giacomo è ingiustamente trattenuto lì, si faccia qualcosa per riportarlo al più presto a casa”.

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