Nella giornata del 15 Marzo nel mondo e in Italia è appena passato come un ciclone il “Friday for Future”, l’ormai famoso “tour” di proteste di piazza contro i danni arrecati all’ambiente. In Campania due le piazze principali protagoniste dei cortei e delle dimostrazioni studentesche: Napoli e Salerno.
Il personaggio di riferimento della giornata è stato Greta Thungerg, una ragazza svedese di 16 anni che ha iniziato a scioperare dall’agosto dello scorso anno (inizialmente da sola), sistematicamente ogni venerdì, dinanzi al Parlamento svedese per convincere il proprio Paese ad aderire alla Cop21 di Parigi. La protesta si è poi diffusa a macchia d’olio in moltissimi paesi europei e fuori continente. L’iniziativa è nota a livello globale anche come “school strike for climate” e si è svolta in 123 Paesi al mondo.
Tra gli slogan da cartellone degli studenti a Napoli si poteva leggere: “Non c’è un pianeta b“, “We can change our future“. I temi all’ordine del giorno per i giovani napoletani erano: la lotta all’inquinamento atmosferico, le bonifiche dei territori inquinati, un efficace lotta di prevenzione sanitaria ai tumori e alle patologie respiratorie. A partecipare al corteo napoletano anche “i ragazzi del’68”, ovvero una piccola delegazione di sessantottini. Da sottolineare che il corteo di Napoli è stato anticipatamente bloccato dalla forze dell’ordine a ridosso di Piazza del Plebiscito. Lì si sono avuti anche scontri tra alcune forze dell’ordine e manifestanti a causa del blocco della piazza imposto dalla presenza del Ministro dell’ Interno per un vertice in prefettura.
Più tranquilla invece la situazione a Salerno dove anche bambini hanno partecipato alle celebrazioni e assemblee per l’ambiente lanciando messaggi per la salvaguardia e la tutela dell’ecosistema. A Salerno i temi di contestazione e di riflessione sono stati: il no gli allevamenti intensivi di animali portatori di devastazione di foreste e biodiversità ( il consumo di carne è additato come il responsabile maggiore dell’effetto serra), sì assoluto alla dieta vegana, stop alla plastica negli oceani e stop al riscaldamento climatico, contrasto all’inquinamento atmosferico.
I numeri dell’iniziativa nelle piazze italiane parlano di una cifra record di quasi un milione di manifestanti. Una cifra mai raggiunta, a quanto sembra, nelle piazze degli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 13 e i 20 anni, una fascia che non si sente rappresentata da nessun partito politico per le proprie rivendicazioni generazionali. Una marea verde che potrebbe bissare il proprio successo il prossimo sabato 23 marzo a Roma, dove ci sarà una manifestazione nazionale per la giustizia climatica e contro le grandi opere inutili. Questa volta per rimettere al centro dell’azione la difesa e la messa in sicurezza dei territori, lo stop alle grandi opere inutili perché eccessivamente costose per le casse italiane (evidente il riferimento degli organizzatori al no alla Tav Torino-Lione) e la redistribuzione dei fondi pubblici verso reti stradali e ferroviarie utilizzate da pendolari.