Nola – Solo pochi mesi fa Panorama parlava, erroneamente, di infiltrazioni camorristiche nella Festa dei Gigli. Il servizio tuttavia non era campato in aria, se non fosse per il fatto che la Festa in questione era quella di un quartiere di Napoli, e non quella di Nola. L’amministrazione comunale e la Fondazione Festa dei Gigli hanno prontamente spedito diverse lettere per redarguire la rivista, che ha analizzato la situazione e ritirato le accuse. Non è tuttavia il primo caso di cattiva pubblicità che ha colpito la Festa dei Gigli di Nola; già nel 2012 un servizio della Rai metteva in luce la pratica di un boss locale che, quasi come accadeva nel film “Il Padrino”, dava la sua benedizione ad una manifestazione pubblica, questa volta a bordo di una Rolls Royce bianca e davanti ad un obelisco di legno di 25 metri. Per chi non conosce bene la Festa dei Gigli di Nola, è facile cadere in errore, raccogliendo in un’unica caratterizzazione tutte le varie feste della provincia di Napoli; è un errore che però una testata nazionale non può sicuramente permettersi ed è una tradizione, quella dei gigli di Nola, che deve essere differenziata e protetta, forse a volte dagli stessi nolani.
Nell’ultimo periodo c’è stato però un netto cambio di marcia da parte dei mass media nazionali riguardo la questione della festa. In questa settimana Studio Aperto e TGCom hanno mandato in onda un servizio sulla Festa dei Gigli di Nola in cui veniva descritta la ballata e la storia della manifestazione, mentre sui social impazzano le foto dei cullatori nolani, realizzate dal fotografo Antonio Busiello, che gli sono valse la medaglia d’oro della Royal Photographic Society. Queste foto hanno affascinato l’Inghilterra e hanno attirato in particolare l’attenzione del Daily Mail, che ha realizzato un servizio sulle foto denominato “Deformed for their faith”, “Deformati per la loro fede”. E’ una situazione, quella provocata da “Panorama”, che non deve più verificarsi; la festa dei Gigli di Nola deve differenziarsi dalle altre celebrazioni campane, l’indignazione dovuta ad un’accusa di infiltrazione camorristica non deve più trovare dimora tra la popolazione nolana, come non deve accadere in nessuna comunità campana. A un anno dal sigillo UNESCO, attenzioni come quelle del Daily Mail, sono vitali per preservare la tradizione giglistica nolana, una tradizione di cui i nolani sono fieri e orgogliosi.
di Nello Cassese