Falchi è un film di genere poliziesco-noir-drammatico del 2017 diretto da Toni D’Angelo. La pellicola ha per interpreti principali Fortunato Cerlino (Peppe), Michele Riondino (Francesco), Pippo Delbono (ispettore Marino), Stefania Sandrelli (donna Arianna), Oscar Di Maio (Arturo Cavasino), Gaetano Amato (Luciano), Alessandra Cao (Liu), Ruichi Xu (Chen), Hong Guo Long (Hwang), Salvatore Striano (Tuccillo, il latitante), Aniello Arena (ispettore Russo), Carmine Monaco (Vincenzo, giovane latitante), Massimiliano Rossi (agente De Nicola) e Noemi Gherrero (giovane ragazza bionda). Il film vanta due candidature ai Nastri d’Argento 2017, il Premio Giuseppe Rotunno – Miglior direttore della fotografia (Rocco Marra) al Bari International Film Festival 2017 e altre due candidature, rispettivamente Miglior musica (Nino D’Angelo) al Globo d’oro e Premio Caligari al Noir Festival dello stesso anno.
“Possono provare a fermaci in tutti i modi, con le pallottole, con le pistole, con le inchieste… so’ chiacchiere, non serve a niente. Sai qual è la verità? Che noi ci rialziamo sempre. Pecché nuje simme combattènt.”
TRAMA Napoli, la città delle mille contraddizioni e dall’imperituro fascino. Peppe e Francesco sono due amici e poliziotti della Squadra Mobile nella sezione soprannominata ‘Falchi’. In sella alla loro moto si adoperano in modo spregiudicato a portare la legge tra i vicoli più malfamati della città, usando spesso metodi poco convenzionali. La loro vita, già ricca di tensione, viene sconvolta da una tragedia personale e professionale: l’ispettore Marino, capo verso il quale i due nutrono un rapporto quasi paterno, si suicida in seguito all’accusa di collusione con la criminalità organizzata. In preda allo sconforto e assetati di vendetta i due poliziotti ingaggeranno, ognuno coinvolto a modo suo, una lotta senza esclusione di colpi contro una potentissima e spietata organizzazione criminale cinese.
ANALISI In un’atmosfera cupa fra noir e poliziesco all’italiana, l’azione scorre lenta e si divide in due sezioni che grossomodo occupano le due metà della trama. Da un lato due amici e compagni di lavoro svolgono il loro mestiere con una dedizione che rasenta l’ossessione senza sconto di violenza. Dall’altro le vicende personali dei due protagonisti oltre la faccia del distintivo: con schiettezza e poche parole vengono delineati due animi dannati che vivono un’esistenza sul filo di un rasoio pronto a ferire mortalmente. Due eventi tragici risvegliano i fantasmi di un trauma non ancora superato e di una coscienza sporca che torna a chiedere il conto. E quando sembra emergere un piccolo spiraglio di luce fuori dal tunnel, la stessa amicizia forgiata sulla strada della perdizione segna il tragico e forse inevitabile destino di chi si lascia corrodere, e non solo guidare, da un percorso a stretto contatto con il lato oscuro del sistema che dovrebbe garantire sicurezza a partire dal suo interno.
LA LEGGE SULLA STRADA Nel 1974, a Catania, il questore Emanuele De Francesco fonda la 5a Sezione della Squadra Mobile della Polizia di Stato, nota anche come Sezione Falchi o Squadra Antiscippo, un’unità speciale preposta esclusivamente alla repressione dei crimini di strada e al pronto intervento antirapina (come “centauri rapaci” o appunto “falchi”). Le sezioni ufficiali dei questa unità risiedono in 10 città italiane (Catania, Palermo, Bari, Taranto, Foggia, Napoli, Caserta, Cagliari, Roma, Milano) ed il personale, preposto al contrasto del crimine diffuso, opera esclusivamente in abiti civili ed in coppia, a bordo di normali autoveicoli o motoveicoli non caratterizzati dai classici colori di istituto. I Falchi operano anche in altre città grandi, caratterizzate dall’intenso traffico e stretti vicoli, spesso facili vie di fuga e sedi di commerci non legali per reati a opera di microcriminalità e della criminalità organizzata.
In particolare, è nel capoluogo campano che i motoveicoli rappresentano la vera arma in più nei confronti della criminalità predatoria, dati gli intrecciati dedali di vicoli che caratterizzano la città di Napoli. È il giornalista Giancarlo Maria Palombi a raccontare, in un emozionante libro del 2018 (Ragazzi con la pistola), l’epopea dei Falchi di Napoli: giovanissimi agenti in borghese che sulle loro grosse moto si adoperano per un solo obiettivo, fermare la criminalità predatoria sempre più aggressiva fra i vicoli di una città dalle mille contraddizioni ma anche dalle mille bellezze e che mai smetterà di affascinare nel bene e nel male.
Antonio ‘HULK’ Ferrara (a sinistra, sulla moto, occhiali alzati e barba)
Ed è fra i vicoli di Napoli che sono nate vere e proprie leggende metropolitane intorno alla figura di questi pazzi centauri della legge. Celebre è rimasto il falco Antonio Ferrara, detto “Hulk” (1958-1989) per la sua proverbiale prestanza e forza fisica. Temuto dalla criminalità, è ricordato per il rocambolesco arresto di Luigi Giuliano, detto Lovigino / ‘O Rre . Questi era membro di spicco della Camorra e noto boss del quartiere di Forcella, zona in cui nemmeno le forze dell’ordine osavano mettere piede. Ferrara entrò con la moto nel quartiere per prelevare personalmente il boss. Tenuto sotto tiro dal falco, trascinato fuori dalla sua abitazione e ammanettato, Giuliano in persona avrebbe detto ai suoi uomini «Guagliu’ acalate ‘e ppistole, ccà chisto è cchiù pazzo ‘e nuje » (“ragazzi, abbassate le pistole che questo è più pazzo di noi”). Ferrara è morto in un incidente d’auto il 23 luglio 1989, mentre era in servizio.
Il regista Toni D’angelo, figlio del celebre cantautore Nino, trae ispirazione – sue parole testuali – dalle pagine di Palombi e si concentra molto sulla fotografia che delinea il contesto. Da brevi scorci – fra i vicoli malfamati dove la corruzione e la tensione si estendono fino al chiuso degli uffici e delle mura domestiche – ad ampie panoramiche il salto è breve quanto basta per offrire allo spettatore un assaggio di quel crogiolo di bene e male che racchiude il fascino di quel mondo unico che è Napoli. Secondo ma non meno importante punto di forza è l’attenzione data ai conflitti interiori dei personaggi. Una interpretazione schietta e naturale, con azioni e silenzi che parlano più delle poche parole in brevi ma essenziali dialoghi, ben riflette il dramma di un destino segnato per chi sceglie di combattere il crimine, non solo per strada, standoci a contatto tanto stretto da rimanerci bruciato.
ONORE AI FALCHI CADUTI IN SERVIZIO.
PER GLI AMANTI DEL NOIR E DI NAPOLI.