A Napoli, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e della Tenenza di Arzano, coadiuvati dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il medesimo Tribunale, a carico di Umberto Lamonica, indagato per “tentata estorsione continuata in concorso con ignoti”, con l’aggravante di “aver agito con metodo mafioso”.
Il provvedimento scaturisce da una più ampia attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che, supportata da attività istruttorie e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ha permesso di individuare e documentare le condotte dell’indagato, destinatario del provvedimento cautelare, il quale, pregiudicato per associazione di tipo mafioso ed appartenente al gruppo camorristico “Alleanza di Secondigliano”, tramite violenze e minacce avrebbe tentato di estorcere denaro ai danni di un commerciante di Aversa, con il fine di recuperare un credito vantato da terzi, ammontante a circa 110.000 euro.
L’attività investigativa ha consentito di accertare precise condotte illecite a carico dell’indagato, elemento di spicco del “Clan Di Lauro” operante a Secondigliano, il quale, in concorso con ignoti, al fine di recuperare la somma di denaro relativa ad un debito contratto con altri imprenditori, ha imposto a più riprese alla vittima il versamento della somma di denaro contante. In particolare, l’arrestato ha dapprima avvicinato parenti e congiunti del commerciante, convocandoli proprio a Secondigliano per risolvere la questione, e successivamente ha incontrato di persona la stessa vittima. Nella circostanza, nell’intimare la consegna del denaro, intimidiva la vittima riferendole di agire in nome e per conto di esponenti del “clan Mallardo”, operante a Giugliano in Campania, dai quali avrebbe ricevuto tale incarico, essendo lui stesso il riferimento per l’attività di recupero crediti. L’attività estorsiva non veniva consumata, però, vista la denuncia della vittima alle forze dell’ordine e della successiva chiusura dell’attività commerciale.