Nelle prime ore del 6 febbraio, a Napoli ma anche fuori regione (a Chiavari), i militari della Tenenza Carabinieri di Cercola e della Compagnia di Chiavari hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura distrettuale antimafia di Napoli a carico di quattro soggetti affiliati al clan Rinaldi, operante nella zona napoletana di San Giovanni a Teduccio.
A seguito del provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Il GIP presso il Tribunale di Napoli ed il GIP presso il Tribunale di Genova hanno emesso nei giorni scorsi ordinanze di applicazione di misure cautelari e coercitive (tre di custodia cautelare in carcere ed uno di divieto di dimora nella provincia di Napoli) a carico dei quattro. In manette Rita Rinaldi e Francesco Rinaldi, figli del capoclan Antonio Rinaldi detto “O’ Giallo“, ucciso ceduto alla fine degli anni 1990 in un agguato di camorra nell’ambito della faida con il clan Mazzarella, ma sono anche i nipoti dell’attuale capoclan Ciro Rinaldi, detto “mauè“. In carcere anche Salvatore Tibello (classe 1981), divieto di dimora in Campania invece per Luigi Striano (classe 1994).
I reati contestati, e per i quali i giudici hanno ritenuto la gravità indiziaria, sono quelli di usura, estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso. Le indagini, delegate alla Tenenza di Cercola, hanno avuto inizio nel mese di ottobre 2019, a seguito di una denuncia sporta da un imprenditore Pollena Trocchia, ed hanno consentito di accertare l’esistenza di un prestito di 40.000.00 euro contratto nel mese di settembre 2018, con tasso usuraio del 30% annuo, successivamente rinnovato a condizioni ancora più gravose per la vittima. È emerso, inoltre, che gli indagati hanno posto in essere minacce ed intimidazioni non solo nei confronti della vittima ma anche dei parenti della stessa, al fine di ripagare il debito usurario in corso.