“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte“. Comincia così la mail che Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, invia ad esponenti di Magistratura Democratica, scatenando furiose polemiche.
“E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto – continua la lettere diffusa da Il Tempo – la compattezza e l’omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso a un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi“.
L’obiettivo è chiaro: “Non dobbiamo fare opposizione politica, però bisogna porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze”.
L’attacco al quale si riferisce il magistrato è quello che la Magistratura ha subito dai partiti di Governo dopo che il Tribunale di Roma ha obbligato i migranti inviati in Albania al ritorno in Italia. Gli stessi partiti, dopo questa email, non hanno esitato a parlare di “attacchi senza precedenti”. A cercare di gettare acqua sul fuoco ci ha infine pensato Giuseppe Santalucia, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Nessun magistrato né l’Associazione nazionale magistrati ha mai detto di voler porre rimedio all’azione del presidente del Consiglio. Non cerchiamo alcuna contrapposizione con l’esecutivo, ma viviamo una grande preoccupazione per gli attacchi rivolti ad alcuni uffici giudiziari per il semplice fatto di aver deciso secondo legge e diritto. I magistrati italiani intendono soltanto poter onorare, nel quotidiano esercizio delle loro delicate funzioni, il mandato costituzionale di effettiva garanzia dei diritti delle persone“.