Pianti di gioia, addii e accuse: le reazioni dei leader politici dopo le elezioni

di Redazione Zerottouno News

C’è chi festeggia e chi raccoglie le briciole. Dopo i risultati delle elezioni italiane sono state diverse le reazioni in patria tanto quanto all’estero. I giornali internazionali, infatti, con più o meno verve, hanno parlato di una vittoria dell’estrema destra. In Italia, invece, i leader politici hanno preso visione dei loro risultati ed hanno tirato le somme.

Giorgia Meloni, assoluta vincitrice, ha affermato: “Oggi abbiamo scritto la storia. Questa vittoria è dedicata a tutti i militanti, i dirigenti, i simpatizzanti e ad ogni singola persona che in questi anni ha contribuito alla realizzazione del nostro sogno, offrendo anima e cuore in modo spontaneo e disinteressato. A coloro che, nonostante le difficoltà e i momenti più complessi, sono rimasti al loro posto, con convinzione e generosità. Ma, soprattutto, è dedicata a chi crede e ha sempre creduto in noi. Non tradiremo la vostra fiducia. Siamo pronti a risollevare l’Italia“.

Felice per la vittoria ma insoddisfatto per il suo risultato personale, ha così commentato Salvini:Il dato della Lega non mi soddisfa, non è quello per cui ho lavorato. Ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti. Alla Lega è costato il sostegno al governo Draghi ma se mi chiedete se lo rifarei, rispondo che lo rifarei. Il giudizio degli elettori mi sembra sia chiaro ed evidente. Gli elettori hanno premiato coloro che per cinque anni hanno fatto opposizione. E anche coloro che hanno fatto cadere il governo. Ora però lavoreremo insieme a lungo“.

Il risultato della nostra coalizione premia la coerenza e la credibilità di un’alleanza vera, che sono orgoglioso di avere fondato 28 anni fa e alla quale gli italiani hanno di nuovo affidato la responsabilità di governo del Paeseha affermato Silvio BerlusconiQuesto ci impegna, come membri italiani del Partito Popolare Europeo, a garantire il profilo internazionale, il profilo europeista e il profilo atlantico del prossimo governo. Un buon rapporto con i nostri storici alleati degli Stati Uniti e dei maggiori Paesi dell’Unione Europea è essenziale per il futuro dell’Italia. Allo stesso modo, ci consideriamo impegnati dagli elettori a far valere nel centro-destra di governo i principi liberali, cristiani, garantisti che sono alla base del nostro impegno politico. Il dato positivo di Forza Italia mostra altri due aspetti importanti. La forte crescita di Fratelli d’Italia non è avvenuta ai nostri danni ed il tentativo dei cosiddetti centristi di catturare i nostri voti è completamente fallito. Il loro limitato successo è andato a scapito del PD e, in misura più ampia, all’imprevisto e importante successo del Cinque Stelle“.
Enrico Letta, invece, ha annunciato la fine del suo segretariato: “Questa legislatura sarà la più a destra, è un rammarico profondo ma anche uno stimolo a continuare a lottare. Nei prossimi giorni riuniremo gli organi di partito per accelerare il percorso che porterà a un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd che sia all’altezza di questa fida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato. I numeri dimostrano che l’unico modo per battere la destra era il campo largo, non è stato possibile non per nostra responsabilità. Quello di Azione è stato fuoco amico, come dimostra la candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino, che ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra“.
Dopo questa rimonta io dovrei esultare, ma non lo faccioha esordito Giuseppe ConteOggi molti italiani si sentono smarriti, amareggiati, delusi: la maggioranza a guida Meloni non è maggioranza nel Paese. A tutti questi cittadini voglio dire di tenere alto il morale e vigile l’attenzione: giorno dopo giorno, nelle aule parlamentari e nelle sedi istituzionali, lavoreremo per impedire a questa nuova maggioranza parlamentare di stravolgere la Costituzione, di calpestare i diritti civili e di fare la guerra ai poveri, agli ultimi. Non permetteremo a nessuno di toccare le nostre riforme contro la precarietà, le disuguaglianze, la corruzione. Non molleremo di un centimetro“.
Uno dei grandi sconfitti è stato Luigi Di Maio, fuori dal Parlamento, che ha commentato così:Non ci sono se, ma o scuse da accampare. Abbiamo perso. Gli Italiani non hanno considerato abbastanza maturo e valido il nostro progetto politico. E su questo la nostra comunità dovrà aprire una riflessione. Auguro a tutti di trovare realizzazione e soddisfazione dai propri successi, non dalle sconfitte degli altri. Nella vita ci sono vittorie e sconfitte. Si cade, ma si impara anche a rialzarsi. E succederà anche stavolta“.
Il Paese ha votato al 70% partiti che non hanno votato per niente o parzialmente la fiducia a Draghi, che hanno preso posizione contro le infrastrutture. Il Paese ha consapevolmente scelto di andare avanti sulla strada del populismoha tuonato Carlo CalendaIn democrazia l’elettore è il re ma riteniamo che sia un rischio mortale un sistema che porta i cittadini a votare con una democrazia da grande fratello, un sistema che premia chi promette di più e urla di più. Ho usato fair play con Enrico Letta e Emma Bonino nelle dichiarazioni di oggi. Hanno deciso di rispondere con gli usuali toni e la teoria dei nemici esterni. Vale allora la pena essere netti: la follia di una coalizione draghiana ma anche populista si è rivelata con nettezza ai militanti e agli elettori del PD e di Più Europa che si sono stancati di essere mobilitati, usati per poi finire consegnati a populisti vari, dico: quella che costruiremo è anche casa vostra. Vi aspettiamo. Il PD riformista è un progetto fallito. È ora di prenderne atto“.

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