Come recuperare gli oggetti personali lasciati presso la casa della ex? È il caso di contattare la polizia? Consultare un avvocato e procedere per vie legali attraverso un tribunale? Approfondiamo la questione. La prima cosa che occorre fare è diffidare la ex compagna/moglie con una comunicazione perentoria da recapitare a mezzo di raccomandata. Può essere inviata personalmente oppure delegare un avvocato. Nella lettera occorre intimare alla ex di restituire gli oggetti lasciati in casa sua, dandole 15 giorni di tempo per indicare una data in cui lei (o un suo delegato) sarà disponibile per consentire l’accesso nell’abitazione e il ritiro di quanto appartiene all’intimante. È molto importante che, nella diffida, si faccia una ricognizione dei beni da ritirare.
A questo punto, se non si riceve risposta, ci sono due possibilità: l’azione penale per il reato di appropriazione indebita; l’azione civile per la riconsegna delle cose mobili altrui. La prima è molto incisiva e potrebbe compromettere per sempre i rapporti futuri tra i due ex , si può sporgere querela per appropriazione indebita come stabilito dalla Cassazione. La Corte si è riferita a una coppia sposata ma il principio è applicabile anche ai conviventi: “il coniuge che, a seguito della separazione, rifiuta di restituire i beni personali dell’altro coniuge commette il reato di appropriazione indebita”. La seconda soluzione è di stampo civilistico. Si tratterà di agire con un’azione civile nei confronti della ex dinanzi al giudice affinché la condanni alla restituzione di quanto appartiene all’ex compagno. Questa azione si può fare con un procedimento urgente, visto l’esigenza che potrebbe spingere l’ex compagno a riprendere possesso di beni di prima necessità. In tale ipotesi sarà necessario avvalersi di un avvocato, oltre ad anticipare le spese legali.
Cosa succede per le cose che i due ex avevano comprato insieme, con soldi di entrambi? In tal caso si tratterebbe di dividere la comunione, cosa che dovrebbe avvenire con un accordo. In caso contrario, sarà necessario ricorrere al giudice che dividerà i beni ripartendoli in due gruppi di valore omogeneo e poi estraendo a sorte la loro aggiudicazione. Il procedimento è lungo e costoso, richiede infatti una mediazione preliminare nella quale potrebbe trovarsi una transazione tra le parti.