Il Premier Mario Draghi ha risposto alla lettera del Vaticano che ha sollevato dubbi sugli articoli del Ddl Zan contro l’omotransfobia. “Senza voler entrare nel merito della questione, rispetto agli ultimi sviluppi voglio dire che il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale. Quindi il Parlamento è libero di discutere“: ha affermato Draghi nel corso delle repliche ai senatori sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno. Draghi ha poi continuato il suo breve intervento: “Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per verificare che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui anche il Concordato con la Chiesa. Il governo, però, non entra nel merito della discussione perchè ora è il momento del Parlamento, non è il momento del governo. Voglio infine precisare una cosa – ha concluso – Si tratta di una situazione che si ritrova anche in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989. La laicità del nostro Stato non vuol dire indifferenza degli organi statali rispetto al fenomeno religioso, la laicità è proprio tutela del pluralismo e delle diversità culturali. Siamo impegnati nel proteggere i diritti, anche a livello europeo. Proprio in queste ora l’Italia ha sottoscritto una dichiarazione con 16 Paesi europei in cui si esprime preoccupazione per gli articoli di legge in Ungheria in base a cui si discrimina l’orientamento sessuale“.
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