Abbiamo seguito per giorni la questione di Marcela (CHI È E QUEL È LA SUA STORIA, CLICCA QUI), la donna senzatetto che dormiva sotto il portico di una banca a Nola, scoprendo i retroscena e le realtà che si occupano di queste situazioni. La sorpresa più bella l’abbiamo avuta ieri quando, accompagnando i ragazzi della Comunità di Sant’Egidio durante il loro rituale incontro con i senzatetto del posto, abbiamo visto Marcela servire i pasti ai clochard. La donna che non voleva essere aiutata, almeno secondo le voci trapelate dal Comune, ora aiuta gli altri bisognosi e lo fa con un altruismo non comune, togliendosi tranci di pizza dalle proprie mani per darli agli altri senzatetto. È un’evoluzione che forse in pochi si aspettavano e che fa davvero piacere, Marcela è una donna di cultura e dignitosa, laureata e capace di parlare 5 lingue, ma qui in Italia le istituzioni hanno permesso che dormisse per strada, senza neanche provvedere al trasporto comunale per condurla in quel fantomatico dormitorio da dove, sempre a detta del Comune, sarebbe scappata. Ora ha davvero bisogno di un lavoro, il che le permetterà di trovarsi una sistemazione adeguata e soprattutto duratura.
Tutto è bene ciò che finisce bene verrebbe da dire, eppure Nola vive una realtà che in pochi conoscono. Persone senza fissa dimora e dignitose come Marcela ce ne sono e non sono poche. E’ difficile parlarne se non si vive di persona questa realtà, ed è per questo che ieri siamo stati per qualche ora con i ragazzi della Comunità di Sant’Egidio che ogni venerdì dispensano pasti ai senzatetto nella “Piazzetta Immacolata”. Abbiamo scoperto una situazione che forse pochi conoscono e che è degna di essere raccontata a tutta la cittadinanza nolana e non solo. I ragazzi della Comunità di Sant’Egidio hanno dato pasta, focacce e pizzette a varie decine di senzatetto, tra cui anche degli italiani, che in maniera molto dignitosa e composta si sono presentati nei dintorni delle panchine di “Piazzetta Immacolata”. Ciò che ci ha colpito è che il tempo trascorreva tra sorrisi e battute, in un clima molto informale e amichevole. Facce piene di speranza che ci lasciano un bel ricordo di quella serata.
D’altra parte, bisogna considerare che è una realtà che a Nola pochi conoscono, di associazioni come queste ce ne sono molte e tutte combattono con la mancanza di fondi e con l’isolamento da parte delle istituzioni. Tutto ciò che abbiamo visto ieri, cibo e cartine per indirizzare i clochard verso i luoghi di ristoro a Napoli e provincia, sono sovvenzionate con fondi propri, con sponsor o con aiuti di negozianti e cittadini. Si potrebbe fare polemica senza fine sull’amministrazione comunale, potrebbero sorgere dubbi a non finire sulla gestione di questa realtà da parte del Comune, ma questa volta vogliamo dar risalto a queste belle storie, storie di solidarietà, sorrisi e sacrifici che sono nel DNA di Nola e dei nolani e che per questo non devono essere messe in secondo piano. Volontari, cittadini di ogni estrazione sociale e di ogni età, angeli che operano nel silenzio.