I recenti episodi di vandalismo che hanno colpito 3 scuole di Napoli, hanno posto il mondo della scuola al centro dell’attenzione mediatica, culturale e istituzionale.
Ci si interroga principalmente sul significato delle tante occupazioni organizzate dagli studenti nelle scuole pubbliche e sull’esistenza di un eventuale legame tra occupazione e vandalismo.
L’assessorato alla scuola su questi temi ha convocato presso la sala dei baroni, una Consulta, coinvolgendo tutti le persone implicate direttamente o indirettamente nel mondo della scuola: insegnanti, studenti, genitori, dirigenti, operatori.
Da questo confronto è emersa una difficoltà di dialogo tra insegnanti e studenti , entrambi troppo arroccati nei loro ruoli e impegnati a rivendicare il loro status.
Alcuni docenti intervistati sul tema delle occupazioni, si sono così espressi: “ La maggior parte delle occupazioni che gli studenti fanno sono solo un ostacolo al nostro lavoro. Ci impediscono di garantire il diritto allo studio a chi anziché protestare a vuoto, vuole seguire le lezioni.
In pratica le occupazioni vengono considerate momenti per distogliere l’attenzione dallo studio, non occasioni costruttive, o propositive di qualcosa. “ Non rivendicano nulla alla fine”
Più equilibrate le riflessioni del presidente commissione scuola, del Consiglio comunale Arnaldo Maurini: “ “Evitare di confondere i fenomeni della violenza con le lotte, anche giuste, che portano avanti gli studenti della nostra città”
E dell’assessore scuola e istruzione , Anna Maria Palmieri che dichiara:
“Esiste sicuramente un disagio invisibile che forse bisognerebbe cominciare a cogliere. Capire cosa vogliono comunicarci gli studenti attraverso le loro proteste e soprattutto quanto può servire riannodare i fili di una relazione, un patto tra le generazioni che è quello su cui si fonda la certezza e la funzione della scuola “