Cosa significa in Italia donare gli organi? Come funziona il sistema della donazione degli organi in questo Paese? La tematica è molto delicata ma il sito di settore trapiantofegato.it ci può dare una mano a capirne di più.
Prima di tutto, bisogna considerare che il donatore di organi è un soggetto che ha subito una lesione cerebrale irreversibile, cioè una completa distruzione delle cellule cerebrali per una delle seguenti cause: trauma cranico, emorragia – ischemia cerebrale, meningite. Più nello specifico, la morte per lesione cerebrale è caratterizzata da una irreversibile perdita delle funzioni cerebrali e viene documentata senza dubbio alcuno con esami clinici e strumentali. A tal proposito, però, va differenziata la morte, che si identifica come perdita totale e irreversibile di tutte le funzioni cerebrali, e il coma che è la perdita più o meno prolungata dello stato di coscienza, ovvero l’assenza della consapevolezza di sé e dell’ambiente esterno, mentre permangono le funzioni cerebrali deputate al funzionamento di alcuni organi.
Ma come si assegnano gli organi? Anche in questo caso gli esperti sono molto chiari. Presso il centro regionale di riferimento per i trapianti viene utilizzato un programma che individua nelle liste di attesa dei diversi centri trapianto i soggetti che risultano compatibili in base alle caratteristiche cliniche ed immunologiche del donatore.
La donazione degli organi, che è sempre gratuita e anonima, è regolata dalla legge n° 91/99 “disposizione in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti” che prevede che ad ogni cittadino sia notificata la richiesta di manifestare la propria volontà sulle donazioni degli organi dopo la morte in base al principio del silenzio-assenso informato. La legge differenzia tra DONATORI, ovvero coloro i quali esprimono la volontà positiva in merito alla donazione, e NON DONATORI, coloro che invece esprimono parere negativo. Ci sono, tuttavia, altri casi. Soprattutto nella prima fase transitoria, ad esempio, viene adottato il principio del CONSENSO o DISSENSO ESPLICITO in base al quale, nei casi in cui il potenziale donatore non abbia espresso alcun parere in merito, i familiari hanno la possibilità di opporsi al prelievo di organi. In assenza di un parere contrario, il defunto può essere considerato donatore. Da un punto di vista formale, il consenso alla donazione si può formalizzare in diversi modi: presso il distretto ASL di Appartenenza dove oltre al consenso esplicito è possibile formalizzare anche il dissenso esplicito oppure iscrivendosi all’associazione italiana donatori organi (AIDO).
Ma quali sono i dati reali del sistema della donazione degli organi in Italia? Secondo i rilevamenti del Ministero della Salute, negli ultimi 5 anni, le rianimazioni e terapie intensive del nostro Paese hanno segnalato in media 7 potenziali donatori di organi e tessuti al giorno; sono 4.7 i donatori deceduti e viventi che si registrano quotidianamente in media e circa 10 i trapianti di organi e tessuti eseguiti ogni giorno. Dal 2018 al 2022, il tasso di opposizione alla donazione si attesta in media al 29.8%, mentre nel 2022 gli interventi eseguiti sono stati: 2.038 di rene, 1.474 di fegato, 254 di cuore, 138 di polmone e 38 di pancreas. I dati relativi ai trapianti di rene e fegato si riferiscono agli interventi realizzati da donatore deceduto e vivente. I donatori del 2022 sono stati complessivamente 1.830.
Discorso a parte per i donatori attivi nel Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo- IBMDR che sono stati 483.406 nel 2022; i nuovi donatori di cellule staminali emopoietiche iscritti nel Registro IBMDR sono stati 28.813, facendo registrare in incremento pari al 18.9% rispetto al 2021. Record di trapianti da donatore non consanguineo: sono stati 961 nel 2022 (+ 3.1% rispetto all’anno precedente). Il donatore di cellule staminali emopoietiche ha in media 28.9 anni, è di genere maschile e il prelievo avviene in quasi il 90% dei casi da sangue periferico.
Infine, per quanto riguarda i tessuti, negli ultimi 5 anni le donazioni di tessuti sono state 57.739 mentre i trapianti eseguiti sono stati 89.890. L’incremento delle donazioni nel 2022 è stato del 10.4% rispetto all’anno precedente (11.031); gli interventi calano del 2.5% rispetto al 2021 (20.459 trapianti).
Ottimi, infine, i dati del 2023. A riferirlo è la Rete Nazionale Trapianti: per la prima volta, infatti, le donazioni di organi hanno superato quota duemila, attestandosi a 2.042 (+11,6%), mentre i trapianti hanno ampiamente oltrepassato il muro, finora mai valicato, dei quattromila interventi in un anno: sono stati realizzati ben 4.462 trapianti di organi, 586 in più rispetto al 2022 (+15,1%).