Il premier Mario Draghi è volato in Libia per parlare col nuovo primo ministro libico Dbeibah, anch’egli a capo di un Governo di Unità Nazionale. Tanti i temi trattati da Draghi che, conscio dell’importanza dell’alleanza libica, è stato diplomatico e non ha accusato la Libia per la gestione migranti, anzi, l’ha considerata “soddisfacente”. Una scelta probabilmente fin troppo diplomatica che non è rimasta inosservata e che è stata criticata dall’eurodeputato ed ex medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, che ha commentato poco dopo: “Lascia interdetti e stupiti l’affermazione del presidente Draghi quando sostiene che sul piano dell’immigrazione viene espressa soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia“.
“Il governo di unità nazionale, riconosciuto dal Parlamento, sta procedendo alla riconciliazione nazionale. E’ arrivato il momento per ricostruire quella che è stata un’antica amicizia e una vicinanza che non ha mai conosciuto pause – ha affermato Draghi – Non a caso, l’ambasciata italiana è stata l’unica a rimanere sempre aperta durante tutto il conflitto e ad oggi è una delle poche che ha ancora attivi i corridoi umanitari. Aiutiamo e assistiamo la Libia ma si deve comprendere che il problema non è solo geopolitico ma anche umanitario. Il problema dell’immigrazione per la Libia non nasce sulle coste, ma si sviluppa sui confini meridionali – ha sottolineato il premier italiano – Per questo è fondamentale il cessate il fuoco in Libia, senza di esso non si può proseguire alcun dialogo. Sul campo progettuale, ad esempio, c’è piena collaborazione, sia in riferimento alle infrastrutture civili, che in campo energetico, in campo sanitario, in campo culturale. L’Italia – ha concluso Draghi – darà nuovo impulso all’istituto di cultura italiana all’estero e aumenterà le borse di studio per gli studenti libici che studiano italiano“.