Vittorio Sgarbi, con ogni probabilità, non sarà più sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni. La decisione, ancora con delle ambiguità, è stata presa dallo stesso noto critico artistico dopo la pronuncia dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato che aveva ritenuto un conflitto d’interessi la sua attività privata come ospite e consulente a convegni e attività similari.
Sgarbi, nelle ultime ore, ha dichiarato di dimettersi dalla carica, decisione accolta positivamente poi dalla stessa Giorgia Meloni. La scelta delle dimissioni, tuttavia, è stata presa con delle condizioni. Secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore, infatti, l’intellettuale avrebbe affermato: “Pongo una questione di tipo giuridico, quella della legittimità del ricorso al Tar da dimissionario. La questione che io ho posto oggi non riguarda il mio rapporto con la premier, io mi attengo a quello che mi dice, il problema è quello che dicono gli avvocati. Il ricorso lo farò il ogni caso. Io mi sono assolutamente dimesso ma i tempi presuppongono quelle che io chiamo dimissioni in due tempi. Io da questo momento non ho deleghe attive e non voglio esercitarle“.