Si sarebbe dovuto chiamare “Partito Nazionalsocialista italiano dei Lavoratori” e diffondere ideali atisemiti e nazionalisti in Italia. La Digos di Enna, in sinergia con il Servizio Antiterrorismo, ha però identificato la struttura e perquisito in tutto il Paese circa 19 persone legate all’organizzazione. Antisemitismo, neonazismo, adorazione di Hitler, negazione dell’Olocausto, disprezzo per gli ebrei, tutti temi cari a molti dei facenti parte del gruppo.
Nella loro chat “Militia” si faceva riferimento ad armi e esplosivi. Al vertice una donna di 50 anni, impiegata e incensurata, che si faceva chiamare “Sergente Maggiore di Hitler“. Con poteri di addestramento, invece, era presente nell’organigramma un pluripregiudicato calabrese, già collaboratore di giustizia in passato e con legami con Forza Nuova. Il partito, secondo La Stampa, stava tessendo già legami con i gruppi nazisti dell’Europa, soprattutto con quello inglese e quello portoghese. Significativo, a tal punto, fu un intervento ad un congresso nazionalista fatto da una 26enne di Milano appartenente al gruppo grazie al quale la donna, soprannominata “miss Hitler”, mostrava con molto livore le idee antisemite del gruppo.