Quasi parallelamente all’emanazione da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte del DPCM della scorsa settimana che ha inasprito nuovamente le misure per combattere l’emergenza Covid-19, che si sta facendo sempre più pesante, è arrivata negli scorsi giorni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del cosiddetto “Decreto Ristori” che, nelle intenzioni del Governo, serve a dare un ulteriore sostegno economico soprattutto alle attività maggiormente interessate dalle ultime misure restrittive.
Il provvedimento interviene con uno stanziamento di risorse pari a circa 5 miliardi di euro e contiene misure volte al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente ed individuate nel decreto da apposita tabella contenente i codici Ateco specifici, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, nonché al sostegno dei lavoratori in esse impiegati.
In particolare il decreto prevede:
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contributi a fondo perduto per imprese e persone fisiche con la stessa procedura già utilizzata dall’Agenzia delle entrate in relazione ai contributi previsti dal decreto “Rilancio”. La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro. Potranno presentare la domanda anche le attività che non hanno usufruito dei precedenti contributi, mentre è prevista l’erogazione automatica sul conto corrente, per chi aveva già fatto domanda in precedenza. L’importo del beneficio varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio.
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credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre allargato alle imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro che abbiano subito un calo del fatturato del 50% sugli stessi mesi dell’anno precedente;
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la seconda rata dell’IMU 2020 relativa agli immobili e alle pertinenze in cui si svolgono le loro attività è cancellata per le categorie interessate dalle restrizioni;
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sospensione del versamento dei contributi previdenziali in favore dei settori oggetto di restrizioni (con esclusione del settore agricolo) e che non fruiscono della cassa integrazione;
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ulteriori 6 settimane di Cassa integrazione, da usufruire tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021, per cui sono a disposizione 1,6 miliardi complessivi, che si accompagnano al blocco dei licenziamenti probabilmente, stando agli ultimi aggiornamenti, fino al 21 Marzo 2021;
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sostegni ai lavoratori stagionali e ai settori del turismo, dell’agricoltura e dello sport;
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400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali;
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a tutti coloro che ne avevano già diritto e a chi nel mese di settembre ha avuto un valore del reddito familiare inferiore all’importo del beneficio verranno erogate due mensilità del Reddito di Emergenza.
Misure contenute nel Decreto Ristori che però non vengono considerate pienamente sufficienti visto il susseguirsi delle manifestazioni scoppiate un po’ in tutta Italia da parte di associazioni di commercianti, imprenditori, titolari di attività e lavoratori che, al netto delle frange estreme insinuatesi solo per creare scompiglio, lamentano condizioni economiche sempre più difficili.