Settimana politica in Italia particolarmente vivace e densa di avvenimenti. Di Maio e Salvini sono parsi ancor più distanti, con Conte sempre impegnato a fare da paciere.
Partiamo dall’accordo con la Cina, di cui avevamo parlato la scorsa settimana. Ieri è stato il giorno della firma degli accordi con il presidente cinese Xi Jinping. In totale sono 29 gli accordi sottoscritti, sia istituzionali che tra aziende private. Il valore economico è di almeno 7 miliardi. Di Maio ha sottolineato come gli accordi tra aziende, pari a 2 miliardi, possano innescare valore fino a 20 miliardi per le imprese italiane. Accordi importanti, sia politicamente che economicamente, anticipati da un incontro a Bruxelles tra Conte e Merkel, Macron e Juncker. Il Presidente del Consiglio italiano si è premurato di rassicurare i partner europei sull’accordo. Leader europei che incontreranno a loro volta Xi Jinping, nella giornata di oggi, per continuare il discorso su accordi a livello continentale. Assente alla festa il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha “snobbato” il meeting con la Cina per portare avanti la campagna elettorale in Basilicata. Una distanza non solo simbolica, viste le perplessità leghiste sull’accordo.
Attesi i risultati del voto di oggi nella regione lucana. Quattro i contendenti: Vito Bardi del centrodestra, considerato favorito dai sondaggi, molto probabilmente dovrà vedersela fino alla fine con Carlo Trerotola del PD; più dietro il candidato dei 5 Stelle, Antonio Mattia, così come l’outsider Valerio Tramutoli, professore universitario candidato con la lista Basilicata Possibile.
E’ stata anche una settimana di voti parlamentari. In un’aula ormai chiamata a votare più spesso su vicende personali che su proposte di legge, si è deciso sui destini di Salvini e Toninelli. Il Ministro dell’Interno è stato salvato dal Senato per il caso Diciotti, confermando la decisione presa dalla Camera. Il Ministro delle Infrastrutture Toninelli se l’è dovuta vedere con ben due mozioni di sfiducia. Sia PD che Forza Italia hanno preso di mira il ministro per le sue posizioni sulla TAV Torino-Lione. La maggioranza ha respinto entrambe le mozioni di sfiducia.
Il Movimento5Stelle ha dovuto affrontare l’arresto di Marcello De Vito, presidente del Consiglio Comunale di Roma, per corruzione nelle trattative per la costruzione del nuovo stadio della Roma. La risposta del Movimento è stata rapida e decisa. Di Maio ha espulso di De Vito, saltando la normale procedura che richiede dei passaggi interni al Movimento. Non ci sarà dunque il tempo di attendere il processo e un’eventuale condanna di De Vito. Per il leader politico del Movimento il solo coinvolgimento in fatti del genere è inaccettabile per i principi morali del Movimento.