Dispersione scolastica: dati in calo in Italia

Lo certifica il Ministero in una nota ufficiale

di Redazione Zerottouno News

I risultati dei test Invalsi del 2024 mostrano una riduzione della percentuale di dispersione scolastica, sia implicita che esplicita. Nello specifico, la dispersione implicita (ovvero quella che riguarda gli studenti che completano il proprio percorso di studi senza però aver raggiunto le competenze di base adeguate) si attesta al 6,6%: un dato importante perché il suo valore è il più basso mai registrato a livello nazionale. I dati di cui dispone il Ministero sono in direzione opposta rispetto a quelli presentati dal Rapporto Svimez, che fanno riferimento evidentemente a uno studio del MIM del 2022. Lo attesta il Ministero dell’Istruzione e del Merito in una nota ufficiale.

A parlare di dispersione scolastica è anche la sottosegretaria Paola Frassinetti che ha evidenziato il raggiungimento di un minimo storico per la dispersione scolastica in Italia, scesa al 9,4% nel 2024. Il dato anticipa il raggiungimento dell’obiettivo del 10,2% fissato dal PNRR per il 2026.

Proprio per aiutare ragazzi, docenti e famiglie, a combattere il fenomeno della dispersione scolastica e ridurre i divari formativi e lavorativi tra i giovani che vivono in diverse aree del Mezzogiorno, il Ministero ha varato il programma Agenda Sud: uno strumento che, tramite le risorse stanziate, punta tra l’altro a estendere alle Secondarie di I grado la presenza dei docenti tutor per favorire, anche attraverso una didattica innovativa, la personalizzazione dell’apprendimento, costruendo una scuola che sappia offrire percorsi di successo a tutti gli studenti, senza differenze territoriali.

Sul PNRR sono stati adottati quattro decreti nel 2023 e 2024 a favore degli Istituti Tecnologici Superiori, con uno stanziamento di 1,3 miliardi complessivi con una spesa di oltre 400 milioni. Sono stati finanziati 1.542 laboratori e 1.540 percorsi formativi di V e VI livello. I percorsi di orientamento sono 67.719 e 3.781 i percorsi di formazione dei docenti ed esperti ITS. Le risorse impegnate dal Ministero sono oltre l’88%, quelle liquidate e spese dagli ITS il 30%. La riforma 4+2 degli Istituti tecnici e professionali, con programmi aggiornati e un forte legame con il mondo del lavoro, rappresenta una soluzione innovativa per valorizzare i talenti e ridurre il divario tra formazione e occupazione.

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