Fino ad ora avevamo imparato a conoscere ogni tipo di rapinatore. La letteratura ci aveva offerto la suggestione del “ladro gentiluomo”, Arsenio Lupin, la cronaca ci aveva fatto conoscere rapinatori spregiudicati, crudeli, malvagi, goffi, di ogni tipo insomma; bisogna inserire un’ altra casella alla nostra classifica : il ladro dispiaciuto.
E’ avvenuto ieri a Firenze, a comunicarlo e l’ANSA. Il malvivente si sarebbe introdotto verso le 19 nella farmacia fiorentina in via Faentina, a volto coperto e apparentemente disarmato. Coperto da un grosso cappello e da una sciarpona, con fare minaccioso ha intimato alla farmacista di consegnargli l’incasso, 300 euro, senza tuttavia estrarre alcuna arma o oggetto contundente. La farmacista, impaurita, ha consegnato il contenuto della cassa al rapinatore che, prima di andarsene, avrebbe detto, con accento italiano :
Ho bisogno dei soldi. Se potrò te li restituirò
E’ sicuramente una storia bizzarra ma lascia riflettere. E’ un periodo certamente non facile, in cui è facile vedere grandi imprenditori costretti a mangiare alla mensa fraterna, fuorilegge di ogni genere, professionisti e non, malviventi d’opportunità, di necessità. Questo “bizzarro” rapinatore non è sicuramente un criminale incallito, difficile immaginare un rapinatore esperto “lavorare” in sciarpa e cappello e disarmato, ma è soprattutto ancora più difficile immaginare un rapinatore che, preso dai sensi di colpa, afferma di voler restituire i soldi, se ne avesse avuto in futuro la necessità. Che sia stata inventata una nuova tecnica di rapina, “la dilazione di rapina”? E’ vero forse che per tirare a campare ognuno si arrangia come può? Ciò che è sicuro è che questa crisi non risparmia nessuno e le istituzioni fanno sempre più fatica a garantire che ognuno possa avere le condizioni economiche per “mettere un piatto a tavola ogni giorno”.
di Nello Cassese