La passione per l’arte sociale l’ha catturata fin dall’adolescenza, da quando frequentava, come studentessa, l’attuale Liceo Artistico “Filippo Palizzi”, nei pressi di Piazza del Plebiscito a Napoli. Da allora, la conoscenza artistica di Selvaggia Filippini non si è più fermata.
“Ho cominciato molto presto con l’arte di strada, inizialmente come ‘Madonnara’, mentre frequentavo ancora l’Istituto d’Arte. Successivamente, ho fatto musica di strada con il gruppo ‘Scetavajasse’, insieme a Davide Puffo Chimenti, mio collaboratore anche in alcuni spettacoli. Mi sono arricchita grazie a molte esperienze in laboratori di teatro di strada e ho collaborato con diversi gruppi. All’inizio del nuovo millennio, intorno al 2000, ho partecipato a un bando del Comune di Napoli per la Scuola delle Guarattelle. Conoscendo e studiando l’arte delle guarattelle, i burattini della tradizione napoletana, è nata la mia passione per le guarattelle, scegliendo il teatro di figura come professione”.
“Il corso delle guarattelle durò due anni- prosegue l’artista- avendo tra i suoi formatori il capostipite dei guarattellari napoletani, Bruno Leone, e i fratelli siciliani, per la conoscenza della tradizione dei ppari della loro Regione Nino e Mimmo Cuticchio”.
Con queste credenziali, Selvaggia Filippini parteciperà alla 37esima edizione del Festival dei Grandi Burattinai di Sorrivoli, dove martedì 20 presenterà, alle ore 21:15, il suo spettacolo “Io Pulcinella”. Nel suo decennale curriculum nell’arte dei burattini e dell’animazione di strada, Selvaggia ha condotto molte attività di laboratorio con i bambini, sia nelle scuole che nei progetti organizzati dai comuni dell’entroterra napoletano. Proprio alla fine di luglio, ha partecipato a un’iniziativa di solidarietà a Scampia, portando un po’ di sostegno ai bambini del quartiere.
“Le storie delle guarattelle napoletane cominciano sempre con Pulcinella e Teresina, la sua fidanzata. Teresina rappresenta l’amore, ed è un burattino particolare, essendo un burattino a bastone, più aggraziato e carino rispetto ai burattini a guanto. In ogni spettacolo- aggiunge Selvaggia Filippini- Teresina apre e chiude la rappresentazione. Pulcinella parte da questa situazione d’amore e dall’intenzione di sposarsi, ma c’è sempre qualche impedimento. Infatti, tutti gli altri personaggi delle guarattelle sono antagonisti di Pulcinella e lo ostacolano. Si creano diversi livelli di lettura, in base anche al pubblico e alle sue conoscenze. Pulcinella delle guarattelle è l’unione degli opposti, come si può notare dai suoi colori: il bianco e il nero”.