L’abbattimento delle barriere architettoniche è un tema di fondamentale importanza per garantire l’autonomia e la piena inclusione delle persone con disabilità nella società. In Italia, nonostante significativi passi in avanti, la strada verso un’accessibilità universale è ancora lunga. Tuttavia, esistono esempi positivi di abbattimento delle barriere e di promozione dell’inclusione. Molte associazioni e organizzazioni lavorano attivamente per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sostenere le persone con disabilità. Inoltre, alcune città italiane si stanno distinguendo per politiche innovative in materia di accessibilità. A Corsico, un piccolo comune alle porte di Milano, il gioco si trasforma in inclusione. Grazie alla brillante idea di Elena Moro, proprietaria del negozio di giocattoli “Piperita”, e alla generosità della comunità, è nata una rampa d’accesso in mattoncini Lego che permette ad Antonio Cozzolino e ad altre persone con disabilità, di entrare autonomamente nel negozio.
Un esempio concreto di come la creatività e la solidarietà possano abbattere le barriere architettoniche. Una straordinaria sinergia tra scuola e comunità ha reso possibile la realizzazione del progetto “Piperamp”. Sotto la guida dei professori Lidia Caputo, Chiara Fuda e Massimiliano Pantucci, gli studenti della classe quarta SCA dell’istituto “Rosa Luxemburg” di Milano hanno prodotto un video che racconta la storia di Antonio Cozzolino e di Elena Moro, toccando il cuore di chi lo ha visto. La classe seconda GR dello stesso istituto ha inoltre realizzato un coloratissimo manifesto per la raccolta dei mattoncini Lego, contribuendo così a diffondere l’iniziativa in tutta la città, invitando i bambini a donare i propri mattoncini Lego.
In un pomeriggio di festa, martedì 3 dicembre, Corsico ha inaugurato la rampa in lego presso il negozio Piperita, un’opera d’arte che testimonia la solidarietà e l’inclusione della comunità. Antonio Cozzolino, il primo ad usufruirne, ha tagliato
il nastro insieme al primo cittadino di Corsico, Stefano Martino Ventura. L’incontro con Antonio è stato un’esperienza toccante. La sua intervista ci ha rivelato un uomo straordinariamente forte, capace di affrontare la vita con coraggio e determinazione, sfidando ogni pregiudizio e stereotipo. La sua storia, raccontata con un tono allegro e autentico, ci ha lasciato con tanti spunti di riflessione per il futuro.
“Sono autonomo nelle mie scelte e nelle mie azioni – esordisce Antonio Cozzolino – ma la vita quotidiana mi pone di fronte a numerose barriere architettoniche. Per muovermi con più facilità, ho una ruota elettrica che mi aiuta a superare gli ostacoli. Purtroppo, la società non è sempre preparata ad accogliere le nostre esigenze. Spesso ci si trova di fronte a pregiudizi; o siamo visti come persone da commiserare, o come supereroi. Vorrei semplicemente essere considerato come un cittadino con le stesse opportunità degli altri”.
Le parole di Antonio ci lasciano senza fiato. L’idea che durante un’evacuazione i disabili siano considerati un “intralcio” è un segno evidente di quanto la nostra società sia ancora lontana dall’essere inclusiva. La rampa, per Antonio, rappresenta molto più di un semplice accesso: è un simbolo di rispetto, di autonomia e di uguaglianza. È un invito a tutti gli esercizi commerciali a fare la propria parte per creare una città più accessibile a tutti.
“La rampa – aggiunge Antonio – non è solo uno strumento per i disabili, ma un’opportunità per tutta la comunità. Anziani, genitori con bambini piccoli, chiunque possa avere difficoltà a superare un gradino, beneficerebbe di un accesso facilitato. Il fatto che alcuni negozi nascondano le proprie rampe è un segnale allarmante di una mancanza di sensibilità e di rispetto verso le esigenze altrui. Questo progetto – conclude Antonio- ha dimostrato che anche le idee più semplici possono avere un grande impatto sulla comunità”.
Il successo del progetto Piperamp è solo l’inizio di un percorso. Antonio ci racconta che molte scuole hanno mostrato interesse a replicare l’iniziativa, trasformando un semplice gioco di costruzioni in un potente strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere l’inclusione.
Abbiamo continuato il pomeriggio intervistando la proprietaria del negozio Piperita, Elena Moro, che ha voluto
condividere con noi la sua esperienza: “L’incontro con Antonio è stato un punto di svolta. Mi sono resa conto che un semplice gradino poteva rappresentare un ostacolo insormontabile per molte persone. Grazie a lui ho capito l’importanza dell’accessibilità e ho avviato il progetto Piperamp. La rampa di Lego, oltre ad essere un’attrazione per i bambini, è diventata un simbolo di inclusione e solidarietà.” Grazie ad Antonio, ho aperto gli occhi su una realtà che avevo sempre sottovalutato. Il progetto Piperamp è nato dalla necessità di abbattere le barriere architettoniche e di sensibilizzare la comunità sull’importanza dell’inclusione. Il video realizzato dagli studenti della classe quarta SCA dell’istituto Rosa Luxemburg di Milano è stato fondamentale per diffondere il messaggio e coinvolgere sempre più persone“.
“La creatività dei bambini e la generosità della comunità – continua Elena – hanno trasformato un semplice gioco di costruzioni in un progetto di grande impatto sociale. La raccolta dei mattoncini è stata un vero e proprio successo. Non solo il negozio, ma anche 15 scuole, tra cui l’Istituto Luxemburg, hanno contribuito con entusiasmo. I mattoncini avanzati, un tesoro di creatività, saranno donati ad associazioni per bambini, dimostrando che la solidarietà non ha limiti. È inaccettabile – conclude Elena – che nel 2024 esistano ancora luoghi inaccessibili alle persone con disabilità“.
Il nostro Paese ha una solida base normativa in materia di accessibilità. La Legge 13/1989 ha rappresentato un punto di svolta, introducendo il concetto di barriere architettoniche e delineando le prime misure per la loro eliminazione. Successivamente, il Decreto del Presidente della Repubblica 503/1996 ha specificato le norme tecniche per l’eliminazione delle barriere negli edifici pubblici. Tuttavia, tra leggi e decreti, il divario tra normativa e realtà rimane ancora ampio. Molti edifici, sia pubblici che privati, non sono completamente accessibili, limitando la mobilità delle persone con disabilità e compromettendo la loro qualità di vita.
Le sfide da affrontare sono molteplici:
- Mancanza di risorse. Gli interventi di abbattimento delle barriere richiedono investimenti economici significativi, spesso al di fuori delle possibilità di molti enti pubblici e privati.
- Vecchio patrimonio edilizio. L’Italia possiede un vasto patrimonio edilizio storico, spesso caratterizzato da strutture non adatte a ospitare persone con disabilità. Adattare questi edifici senza snaturarne le caratteristiche originali è una sfida complessa.
- Mancanza di consapevolezza: Nonostante i progressi, persiste una scarsa consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità, sia a livello istituzionale che tra i cittadini.
Elena e Antonio ci ricordano che, con un po’ di ingegno e di buona volontà, possiamo trovare soluzioni concrete per rendere il mondo un posto migliore. Il loro progetto, hanno dimostrato che con un po’ di buona volontà e creatività, le barriere architettoniche possono essere superate. La loro iniziativa è un esempio da seguire per promuovere una cultura dell’inclusione. Abbattere le barriere architettoniche è un percorso lungo e impegnativo, ma è un investimento fondamentale per il futuro della nostra società. Solo attraverso un impegno costante e condiviso potremo garantire a tutti il diritto di vivere la città in piena autonomia.