Un altro terremoto si abbatte sul mondo dell’istruzione italiano dopo lo scandalo dei test di medicina a Napoli e i diversi ricorsi per alcune irregolarità in altre città italiane.
Ben 59 docenti di diritto tributario infatti, nell’ambito dell’operazione “Chiamata alle armi” da parte della Guardia di Finanza di Firenze, risultano indagati per il reato di corruzione. Il tema è sempre lo stesso, uno schema purtroppo consolidato, che vede un ricercatore, in questo caso candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento di diritto tributario, costretto a ritirare la propria candidatura in favore di un altro soggetto meno titolato. Dalla denuncia di Philip Laroma Jezzi, il ricercatore tributarista in questione, si è poi articolata l’indagine della GdF che ha portato all’epilogo di questa settimana.
Tra i 59 docenti indagati 7 sono stati arrestati mentre altri 22 sono stati interdetti dall’insegnamento per 12 mesi. Due dei 7 fermati sono i “napoletani” Fabrizio Amatucci e Adriano di Pietro. Il primo, professore ordinario di diritto tributario presso la Seconda Università di Napoli, incaricato di diritto finanziario nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II, mentre il secondo ordinario di diritto tributario alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, è docente nel Master in diritto tributario dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Tra gli indagati, invece, anche Pasquale Russo, originario di Nola ma trapiantato a Firenze.