Si è svolta nel pomeriggio del 9 maggio la web conference per condividere la decisione di sospensione dell’ edizione 2020 della Festa dei Gigli. A prendervi parte sono stati: il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Festa dei Gigli, il sindaco Gaetano Minieri, l’assessore ai Beni Culturali, Annalisa Sebastiani, il rappresentante della comunità, Luca De Risi, la coordinatrice della Rete italiana delle Grandi Macchine a Spalla, i maestri di festa 2020. Nel corso dell’incontro, è stato evidenziato come le circostanze determinatesi a causa della nota emergenza sanitarie e le relative restrizioni circa i grandi eventi non consentono la celebrazione del rituale. Lo stesso è rinviato al 2021 con gli stessi maestri di festa.
Queste le parole del sindaco Minieri: “Si tratta di una decisione subita a causa degli eventi”. Ha chiarito il presidente della Fondazione Festa dei Gigli , Nicola Argenziano, che “nei prossimi giorni analizzeremo le proposte e le azioni di promozione e di tutela da mettere in campo in questo periodo, di concerto, naturalmente, con le altre istituzioni preposte ed i maestri di festa,”.
“Insieme alla comunità nolana – continua la coordinatrice della Rete italiana delle Grandi Macchine a Spalla, Patrizia Nardi – sapremo trasformare le difficoltà in occasione di ulteriore crescita”.
“La fede in San Paolino e la passione per Festa – aggiunge il rappresentante della comunità, Luca De Risi – ci permetteranno di uscire con successo da questa situazione”.
Di seguito il documento finale della fondazione festa dei gigli a seguito del percorso di condivisione sviluppato con le istituzioni, i maestri di festa, la comunità
“Attese le disposizioni riguardo la festa dei Gigli di Nola in onore di San Paolino in questo anno 2020 segnato dalla pandemia del COVID 19 e dalla sue conseguenze, la prima reazione è voler esprimere il dolore e il rammarico del non poter vivere insieme questo momento verso cui il tempo di ogni amante della Festa pone il proprio orizzonte. Lo spirito paoliniano trova nella festa la sua massima espressione: il festoso camminare insieme col segno del fiorire della vita tra le mani nelle diverse processioni che accompagnano i nostri cammini, il gioioso e solidale stringerci gli uni agli altri per la ballata, le promozione delle arti nel loro legarsi e reciprocamente rincorrersi tra poesia, musica, plasticità e colori; le diverse iniziative legate al servizio e alla solidarietà in città sono legate alla necessità di una vicinanza che in questo momento per noi non è fonte di gioia ma rappresenta una forma di pericolo. Anche noi, insieme a tutti voi, quando abbiamo pian piano preso coscienza della portata di questa esperienza di contagio ci immaginavamo che tutto quello che abbiamo sempre vissuto avremmo dovuto rimandarlo ad altra stagione. Così è. Non vogliamo però fermarci solo alla delusione di questa rinuncia, abbiamo imparato in questo tempo a far maturare in noi due dimensioni che questa esperienza ha comportato: farci scoprire l’essenziale e farci programmare il possibile in una maniera nuova. Se crisi ha portato con sé questo evento, ce lo hanno detto in tanti ricordandoci il significato di questa parola, con sé ha condotto anche nuove opportunità. Su questa linea vorremmo muoverci per cercare di immaginare non la festa, sarebbe impossibile, ma il fare festa. Sarà una maniera probabilmente differente, anche perché sarebbe fuori luogo per le migliaia di vittime che ci sono state, per il grande sacrificio di molti, per lo stato di impoverimento diffuso procedere come se nulla fosse accaduto, lo stesso nostro santo ci ha indicato la via di rimanere incarnati nella storia concreta che viviamo con i suoi eventi nei quali lasciarci coinvolgere senza guardarli da lontano (Paolino concretamente -ci dice la tradizione- soccorse la vedova, si diede in cambio della vita del fanciullo, pose i poveri alla base del suo cenobio, mise mano all’arte per le sue basiliche). Dovremmo passare alla coscienza che non possiamo fare la Festa non perché ce lo impongono le leggi per evitare il contagio o la virulenza di questo male, ma perché non vogliamo dimenticare e cancellare con un colpo di spugna la memoria ancora troppo viva di un dolore, non facciamo festa perché siamo solidali e ci sentiamo uniti alla storia degli altri. Nola non è un’isola che guarda alle proprie tradizioni e alle esigenze dei suoi desideri come quelli che ripiegano lo sguardo unicamente nei propri confini, Nola è città dell’accoglienza e della solidarietà, della condivisione e della fratellanza e se questi valori con la Festa da sempre sono venuti fuori – facendo la differenza tra la nostra Festa e quelle di altri centri vicini o lontani – queste stesse espressioni sono manifestate oggi nella nostra “nonFesta” che può trasformarsi in “alterFesta”.
Da più parti si coglie il desiderio di mettere a frutto questo tempo di pausa per aprire riflessioni, recuperare senso, ridire uno stile nolano: è desiderio condiviso anche da noi. Come CDA della Fondazione, cui spetta il compito della promozione della Festa e la cura di ciò che ad essa è legato, abbiamo in animo di comporre un piccolo itinerario, che stiamo studiando e per il quale siamo aperti a contributi di idee e che sarà adattato alle risorse disponibili e alle azioni consentite dalle circostanze sanitarie e giuridiche, perché il segno della memoria del tempo di festa sia mantenuto. In questo certamente saremo tutti aiutati dall’esperienza che le celebrazioni in onore di San Paolino ci aiuteranno a vivere su un piano della fede e contiamo, appena possibile, di creare un momento di confronto per manifestare e condividere una proposta.