“Con gli occhi chiusi” è un romanzo scritto da Federigo Tozzi, scrittore, giornalista ma anche drammaturgo. Ad oggi è considerato uno dei poeti di punta della letteratura moderna compresa in una forchetta temporanea che oscilla tra la fine dell’Ottocento e gli albori del Novecento.
Nel contesto attuale acquisisce ancora più notorietà collocandosi tra i maggiori narratori del panorama letterario italiano. La sua fama tuttavia non fu repentina e fu conquistata con il tempo. Da sempre dipinto come un uomo dotato di una salute cagionevole e di una fragilità particolare, troverà proprio in quest’ultima l’ispirazione per le sue opere. “Con gli occhi chiusi” è un vero e proprio viaggio introspettivo che fa da sfondo ad un’ambientazione toscana, una navigazione verso terremoti interiori esistenziali attraversati da un giovane protagonista, Pietro, dietro il quale nome si cela l’alter ego dello stesso poeta.
Molti, effettivamente, sono i rimandi a dati autobiografici. Tozzi/Pietro è costretto ad affrontare una varietà di dinamiche esistenziali, provocatogli da un rapporto burrascoso con la figura paterna, accentuata in seguito alla morte prematura della madre. Il romanzo descrive la storia di un protagonista che non ha sempre goduto a pieno della bellezza del mondo e delle controversie che si incontrano nel percorso vitale. Sarà soltanto in seguito ad un evento cruciale che Pietro sarà pronto ad aprire finalmente gli occhi: l’amore mancato da parte di una giovane donna, Ghisola, che approfitta della sensibilità e fragilità del ragazzo.
La credenziale essenziale per immergersi profondamente nella visione del protagonista è sicuramente la concezione del dolore, quello di un ragazzo che nasconde dentro una ribellione soppressa, che necessita di farsi sentire. Da sempre sostenitore incallito della cultura, ed anche un fervido appassionato della letteratura egli crede che quest’ultima possa accompagnarlo anche nella solitudine. Il giovane era solito rintanarsi nelle storie dei poeti, per poter riscoprire la sua voce interiore e, paradossalmente, sentirsi meno solo. Con gli occhi chiusi è la storia di un’anima, troppo spesso dimenticata.