La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che attribuisce in automatico,ai figli nati da un matrimonio o da una coppia di fatto, il cognome paterno. Il figlio, infatti, potrà assumere il cognome dei due genitori. Dunque, da ora in poi ai bambini sarà dato alla nascita il cognome del padre e il cognome della madre. Saranno i genitori a stabilire in quale ordine, se prima quello di papà e poi quello di mamma o viceversa. E se l’accordo sull’ordine manca sarà il giudice a decidere. I figli saranno quindi registrati all’anagrafe con i due cognomi, salvo diversa richiesta dei genitori. I genitori, quindi, potrebbero ancora continuare a decidere di dare al figlio solo il cognome della madre o solo quello del padre, com’è stato fino ad oggi.
Tuttavia, il Parlamento dovrà regolare alcuni problemi. Il primo problema si pone per le prossime generazioni. Per esempio, il figlio Antonio Esposito-Preziosi un giorno sposerà una ragazza dal nome Maria-Verdi-Gaetani. Come si chiamerà loro figlio? La soluzione, come detto, dovrà prenderla il Parlamento. In Spagna i figli dei figli prendono solo il primo dei cognomi dei genitori. Si taglia il secondo. Restiamo nell’esempio di cui prima. Il loro figlio in Spagna si chiamerà non Marco Esposito-Preziosi-Verdi-Gaetani ma Marco Esposito-Verdi. Prenderà il primo cognome di entrambi i genitori oppure quello che vorrà.
Poi si pone un secondo problema. Le sentenze della Corte costituzionale hanno valore retroattivo. Quindi, chiunque oggi dovrebbe automaticamente portare il cognome di entrambi i genitori. Che fine farebbero le attuali carte d’identità? E chi ha concluso un mutuo con un vecchio cognome che ora non esiste più? Insomma, è ipotizzabile che in questo caso la sentenza della Corte costituzionale non avrà valore retroattivo.
Perché la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che attribuivano ai figli il cognome paterno? Perché era in contrasto con il principio di uguaglianza e con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo dal momento che comportavano discriminazioni fondate sul sesso. La Consulta ha seguito quindi il principio di uguaglianza e quello dell’interesse del figlio, secondo il quale i genitori devono condividere la scelta del cognome come elemento fondante l’identità personale. La dichiarazione di illegittimità riguarda sia i figli nati nel matrimonio che fuori e i figli adottivi. Che succederà d’ora in poi? Che tutti i bambini che nascono avranno il cognome, anche doppio, che decideranno i genitori, a cui spetta ancora il potere decisionale. Nel frattempo è iniziato al Senato il procedimento per unificare cinque diversi disegni di legge in un testo unico.