Se volessimo analizzare, didascalicamente, la parola CINEMA, essa viene definita come l’insieme di attività che concorrono alla realizzazione di uno spettacolo cinematografico, ma se questo stesso concetto lo volessimo immaginare, ecco che milioni di fotogrammi riempirebbero gli occhi e la mente di ognuno di noi, lasciando mischiare i ricordi ai sogni, senza ordine ne forma. Quando si parla di immaginazione, ecco che, quella parte di cuore, che ogni persona ritrova nel proprio “essere bambino”, rinasce, segnando un tempo indefinito. E’ quella precisa parte di cuore che affiora, quando sono “al cinema”. Immagini, suoni, parole, infinite storie scorrono riflesse in quel “essere bambino”. Sono emozioni che raccontano al cuore piccoli frammenti di anima. Un’ immagine che accarezza un sorriso e poi una lacrima che lo bagna senza che il fragore di una risata possa romperla. Chiedere di sognare è l’unico desiderio che quel “bambino” brama di ricevere. I profumi e gli odori della sala, impregnano i pensieri che fremono per l’inizio. Poi, improvvisamente, lo schermo si illumina rompendo le attese, come una grande magia. Gli occhi si bagnano in quel fiume continuo di immagini che, senza sosta, si insinua raggiungendo l’ultimo baluardo dell’anima. Quel “bambino”, osserva i suoi eroi e si rivede in esso, diventa grande restando ancora piccolo, poi torna ad esserlo senza chiederne il motivo. Guarda quelle storie e spera di viverle…un giorno. Ascolta una musica ed inizia a danzarla, col restante parte di cuore. Asciuga le lacrime, con un sorriso. Ma l’epilogo di tutto è arrivato e forse non era ancora pronto. Lo schermo si spegne e la realtà si accende insieme alle luci della sala. Fermo nel proprio godere, resta ancora seduto, per sentire, fino all’ultima goccia, il torpore di quell’emozione che da sempre tutti chiamano… CINEMA.
di Aldo Manfredi