Centro Antiviolenza Maya: “Solo 1 donna su 3 denuncia le violenze alla polizia”

di Luisa Sbarra

Siamo solo al secondo mese del 2021 e le donne uccise in Italia sono già 11. Con lo scoppio della pandemia, molte donne vittime di violenza di genere sono state costrette a restare chiuse in casa con i propri aguzzini, subendo violenze domestiche di ogni tipo: violenza fisica, psicologia ed economica. Questa piaga sociale è, in parte, stemperata dalle forze dell’ordine e dai centri antiviolenza. All’interno dell’area nolana, in particolare, opera il centro antiviolenza Maya. La socia fondatrice Loredana Meo, Francesca Vecchione ed Elena Serino hanno accettato di rispondere ad una piccola intervista.

Come è nato il centro Antiviolenza?

Il Centro Antiviolenza Maya prende vita nel maggio del 2018 come opera segno della Caritas Diocesana in risposta ad un fenomeno sempre più diffuso sul territorio, quello della violenza alle donne, e in risposta ad una richiesta sempre più pregante, in primis da parte delle comunità parrocchiali della Diocesi di Nola.

Dove è attivo?

Il Centro opera su due sedi territoriali, una nel Comune di Nola, all’interno della Curia di Nola, l’altra nel Comune di Marigliano all’interno della sede dello “Spazio Donna” del Santuario della Madonna della Speranza, Convento dei Frati Minori di San Vito.

Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?

La mission del Centro Antiviolenza Maya è quella di produrre attività specifiche volte a contrastare il fenomeno della violenza contro le donne e i minori. Il Centro opera su diversi piani: accoglie, ascolta e offre sostegno/supporto a donne, con o senza figli, vittime di violenza; svolge campagne di prevenzione attraverso informazione, formazione, seminari, convegni; valorizza la cultura del rispetto e dell’educazione di genere.

Che tipo di assistenza riceve chi si rivolge al centro e quali sono i servizi offerti?

Il Centro è pensato come spazio di ascolto e accoglienza, destinato a ricevere le donne che autonomamente hanno scelto di avviare un percorso di fuoriuscita dalla violenza, grazie all’impegno di un’équipe composta da: psicologa, avvocato, sociologa e professioniste volontarie preparate a fornire informazioni, accogliere, indirizzare e supportare rispetto al tema specifico della violenza di genere.

Al centro Maya si accolgono sia le donne che si rivolgono a questo centro autonomamente (spesso previo contatto telefonico – numero dedicato h24), sia le donne che hanno come canale di invio i Servizi Sociali, le Forze dell’Ordine, le Associazioni, Pronto Soccorso, Avvocati, etc., risorse della rete territoriale.

I servizi offerti dal Centro Antiviolenza sono: accoglienza telefonica, colloqui individuali di accoglienza e presa in carico, destinati a individuare i bisogni e ad elaborare un possibile progetto d’uscita dalla situazione di violenza attraverso l’analisi della stessa, la valutazione del rischio e la valorizzazione delle risorse disponibili (sia della donna che del territorio).

Sulla base di queste si prospettano alla donna diversi percorsi (sarà poi lei ad individuare quello che ritiene più idoneo per se stessa, nel rispetto del principio di autodeterminazione): Consulenza legale, civile e penale, con possibilità di usufruire del gratuito patrocinio; sostegno psicologico, attraverso percorsi finalizzati a una prima fase di presa di coscienza e in seguito all’elaborazione dei propri vissuti legati all’esperienza del maltrattamento; collaborazione con le istituzioni territoriali per l’inserimento in strutture protette delle donne sole e/o con minori vittime di violenza; sostegno e accompagnamento nell’accesso ai servizi del territorio quali Forze dell’Ordine, Servizi Sociali, Tribunali, per costruire una rete solida a supporto della donna, che subisce violenza, e dei suoi figli.

La metodologia è caratterizzata dall’ascolto attivo, accogliente e non giudicante. L’intento è quello di fornire informazioni precise e corrette in modo che ogni donna sappia quali possibilità ha a disposizione e affinché individui il percorso giusto per sé, valorizzando le proprie risorse personali, di contesto e di rete.

 

 

Qual è la tipologia di donne che si rivolgono a voi e quali tipi di abusi subiscono?

Le donne che si rivolgono al Centro sono prevalentemente di età compresa tra i 40 e i 50 anni (65,57%), italiane nel 100% dei casi. I/le figli/e sono presenti nell’ 86,13% dei casi. Nel 63,41% dei casi la donna è disoccupata, casalinga o ha un lavoro saltuario. I dati mostrano che la maggior parte delle donne che si è rivolta al Centro Antiviolenza nel periodo indicato ha subito prevalentemente violenza di tipo fisico, psicologico ed economico. La prima è più facilmente dimostrabile perché lascia segni visibili (spintoni, calci, schiaffi, strangolamenti, ustioni, ferite da armi bianche o da fuoco, fino al femminicidio), la violenza psicologica e ancor più quella economica è meno “dimostrabile”, ma al contempo è maggiormente lesiva poiché danneggia l’identità, l’autostima della donna e il suo diritto al benessere. I tipi di violenza non sono alternativi uno all’altro, anzi molto spesso due o più tipi si sovrappongono.

Solo un terzo delle donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza hanno denunciato alle Forze dell’Ordine la violenza subìta. Questo perché molte donne hanno paura delle reazioni che l’autore della violenza potrebbe avere in seguito alla notizia della denuncia. La maggior parte dei reati, quali maltrattamenti, lesioni, violenza sessuale, sono commessi in ambito famigliare, ad opera del coniuge/partner, e le denunce sono sporte dopo anni di vessazioni e soprusi. Il fenomeno della violenza di genere, sia per le donne incontrate, sia per gli autori di reato, come la letteratura scientifica ci insegna a riguardo, non è influenzato e non trova ragion d’essere in variabili quali lo status sociale o l’istruzione.

Statisticamente quali dati avete raccolto durante l’esercizio delle vostre attività?

Dall’apertura del Centro, è stato riscontrato un aumento del numero di donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza: dal 2018 ad oggi c’è stato un incremento del 29,46%. Le motivazioni vanno, probabilmente, ricercate: nella maggiore legittimazione delle donne a chiedere aiuto, grazie al fatto che si parla di più e più spesso di violenza maschile contro le donne; nella costante attività di sensibilizzazione e visibilità del Centro sul territorio; nell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus/Covid che ha visto costrette in casa tante donne vittime di violenza.

Per ogni donna presa in carico vengono effettuati più colloqui. Le richieste che le donne portano al Centro sono, solitamente, relative ad avere informazioni legali su come proteggersi e tutelarsi in caso di denuncia o separazione; avere un supporto emotivo rispetto al proprio stato d’animo; rinforzare la propria identità di donna, messa in discussione dall’esperienza di violenza subìta; ospitalità presso una casa ad indirizzo segreto; ricerca del lavoro; supporto alla genitorialità.

Oltre all’assistenza a queste donne, come contrasta il centro il fenomeno della violenza di genere? Quali attività di sensibilizzazione e prevenzione svolge?

Il Centro Antiviolenza è anche un laboratorio sociale per la prevenzione della violenza alle donne e promuove cultura e formazione a vari livelli per sensibilizzare, informare e prevenire la violenza maschile alle donne. Il Centro, infatti, è impegnato costantemente in rafforzare il lavoro di rete con i servizi pubblici e privati presenti sul territorio, che concorrono a fornire sicurezza, protezione e aiuto alle donne (Pronto Soccorso, Servi Socio-Sanitari, Forze dell’Ordine, Istituzioni Giudiziarie, Associazioni ecc.) al fine di ottimizzare il percorso di uscita dalla violenza; realizzare percorsi di formazione; sviluppare attività prevenzione nelle scuole per incidere a più a lungo termine sull’aspetto culturale/strutturale della violenza di genere. Il centro inoltre mira a favorire la ricerca (indagini qualitative e quantitative), anche attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alle donne che accedono al Centro, garantendo la massima riservatezza (il Centro è inserito nella mappatura annuale dell’Osservatorio violenza di genere Regione Campania).

Ricordiamo che è possibile mettersi direttamente in contatto con il centro antiviolenza al numero 3669980851. Grazie ancora Loredana Meo, Francesca Vecchione ed Elena Serino, che ho avuto il piacere di vedere in azione direttamente sul campo, per il loro costante e incessante impegno nel lottare contro la violenza sulle donne.

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