“CASPER”: storia della spettrale commedia cult anni ’90

di Vittorio Paolino Pasciari

Casper è un film di genere fantastico-commedia del 1995 diretto da Brad Silberling basato sul personaggio omonimo protagonista di cartoni animati e fumetti di successo prodotti dalla Paramount Harvey Comics e rappresenta uno dei primissimi lungometraggi di sempre ad avere come protagonista un personaggio realizzato interamente in Computer-Generated Imagery (CGI). La pellicola vede interagire attori in carne e ossa con personaggi in CGI: a prestare le voci ai fantasmi sono Malachi Pearson (Casper McFadden fantasma), Joe Nipote (Molla), Brad Garrett (Ciccia) e Joe Alaskey (Puzza) che affiancano gli umani Christina Ricci (Kathleen ‘Kat’ Harvey), Bill Pullman (dr. James Harvey), Cathy Moriarty (Carrigan Crittenden), Eric Idle (Paul ‘Dibs’ Plutzker), Amy Brenneman (Amelia, madre di Kat), Jessica Wesson (Amber Whitmire), Chauncey Leopardi (Nicky), Spencer Vrooman (Andreas), Ben Stein (Mr. Rugg), Dan Aykroyd (Raymond Stantz), Don Novello (Padre Guido Sarducci) e Devon Sawa (Casper umano).

Prodotto con un budget di circa 55 milioni di dollari, il film ha incassato un totale di circa 287,9 milioni risultando un successo al botteghino mentre la critica si divide fra gli elogi alla fedeltà al materiale originale, agli effetti visivi, alla colonna sonora e alle interpretazioni e le critiche alla sua storia oscura e al suo umorismo. Fra i riconoscimenti si segnalano il premio Saturn Award 1996 “miglior attrice emergente” a Christina Ricci ed il premio Young Artist Awards 1996 “miglior voce fuori campo giovanile” a Malachi Pearson.

TRAMA  USA, 1995. Il defunto padre della perfida e avida Carrigan Crittenden ha lasciato in eredità il suo denaro ad associazioni ambientaliste ad eccezione, come casa per la figlia, del castello di Whipstaff, un maniero in stile Gaudí chiuso da cento anni e situato nella cittadina di Frienship, sulle scogliere del Maine. Accompagnata dal suo avvocato Dibs, Carrigan si reca nel castello perché convinta che in esso sia nascosto un tesoro e scopre che il luogo è infestato da 4 fantasmi: gli svitati Molla, Ciccia, Puzza ed il piccolo Casper, un fantasmino gentile e sensibile. Mentre quest’ultimo vorrebbe fare amicizia con i vivi, i suoi tre zii si comportano da veri fantasmi e terrorizzano chiunque voglia entrare nel castello. Dopo una serie di fallimentari tentativi di disinfestare la casa dai suoi spettrali ospiti, l’avida Carrigan, complice anche un intervento del piccolo Casper, chiede aiuto al dottor James Harvey, famoso medium, che si stabilisce al castello assieme alla figlia adolescente Kat. La ragazza disapprova il lavoro del padre, eternamente alla ricerca del fantasma della sua defunta moglie Amelia, per le ripercussioni che questo ha sulla sua vita sociale e spera che questo sia l’ultimo atto di un inutile peregrinare in cerca di presenze mistiche. L’incontro fra il medium e la figlia con l’amichevole fantasmino ed i suoi spettrali zii sarà l’occasione per chiudere i conti in sospeso con il passato e, in un susseguirsi di azioni fra risate ed emozioni, tornare ad affrontare la vita reale con rediviva speranza.

ANALISI  In un’azione che scorre veloce subito si notano i punti di forza per ravvivare una trama semplice in perfetto stile dark comedy ’90. Effetti speciali strabilianti ed una impeccabile capacità di interagire degli interpreti rendono irresistibilmente riuscito l’effetto di far divertire con quello che dovrebbe spaventare. Qualcuno può disapprovare la poca – ma per nulla ignorata – attenzione data ai problemi adolescenziali e al tema della morte come prematura ed ingiusta perdita di affetti, ma lo spettatore può comunque ridere, emozionarsi e commuoversi nel finale di una spassosa combinazione di drammatico reale e commedia fantastica. E le citazioni nei minuti iniziali fa sussultare di gioia e di commozione l’adulto contemporaneo che conserva, fedelmente e orgogliosamente, il cuore di adolescente cresciuto che non smette di sognare grazie ad un periodo irripetibile per la celluloide.

IL  FANTASMA  AMICHEVOLE  Il personaggio di Casper (Casper the Friendly Ghost) fa la sua comparsa nel 1939 come protagonista di una fortunata serie di fumetti, opera di Seymour Reit (1918-2001) che delinea l’idea del personaggio e di Joe Oriolo (1913-1985) che ne disegna le illustrazioni, raccolti in un libro per bambini pubblicato dall’editore Harvey Comics che in Italia viene tradotto con il nome di Gasperino. Il progetto dapprima non riscosse molto interesse e, mentre Reit prestava servizio militare durante la Seconda Guerra Mondiale, Oriolo vendeva i diritti del personaggio alla Paramount Pictures, celebre studio di animazione per il quale aveva svolto qualche saltuario lavoro.

Nel 1945 il personaggio fa il suo esordio sul piccolo schermo in un cartone animato prodotto da Paramount. Il protagonista è un fantasma bambino che preferisce fare amicizia con le persone piuttosto che spaventarle a differenza dei suoi spettrali simili, lascia la sua casa per farsi gli amici, tuttavia ogni persona o animale che incontra quando lo vede scappa via terrorizzato. Disperato, Casper tenta invano di suicidarsi, dimenticando inconsciamente di essere già morto, ma dopo incontra due bambini che diventano suoi amici. La madre dei due piccoli inizialmente rifiuta Casper, ma in seguito lo accoglie in famiglia dopo che lui fa fuggire un avido proprietario. A questo episodio ne seguono altri due (There’s Good Boo To-Night – A-Haunting We Will Go) e finalmente nel 1950 la Paramount inizia la serie animata Casper l’amichevole fantasma che precede la serie omonima teatrale iniziata nell’estate 1959. Quasi tutte le puntate hanno lo stesso copione: Casper lascia la sua vita di normale fantasma, prova a farsi degli amici ma spaventa quasi tutti, alla fine trova un piccolo e tenero amico che salva da un tipo di sventura. La sigla che introduce la serie è scritta da Jerry Livingston e Mack David.

Casper diventa presto una delle più famose creazioni della Famous Studio e dal 1952 diventa protagonista di fumetti prodotti da Alfred Harvey, fondatore e produttore della Harvey Comics, che nel 1959 compra i diritti sul fantasmino amichevole e su altre proprietà della Famous. I cortometraggi prodotti dalla Famous nel 1950 vengono in seguito mandati in onda all’interno di un programma televisivo sponsorizzato dalla Mattel dal titolo Funday Funnies sulla rete ABC per lanciare la celebre bambola Barbie al pubblico. Sempre sulla rete ABC nel 1963 furono trasmessi nuovi episodi dal titolo The New Casper Cartoon Show mentre i fumetti originali di Casper furono pubblicati nel 1962 con il titolo di Harveytoons per essere prodotti senza interruzioni fino al 1990.

Come protagonista di serie animate sulla rete NBC, Casper rimane popolare grazie ad Hanna & Barbera, celebre casa di produzione di personaggi storici dell’animazione (Orso Yoghi, Svicolone, Braccobaldo, Ernesto Sparalesto, Tatino e Papino ecc.) che condividono con il fantasmino amichevole gli speciali per le vacanze Un Halloween speciale per Casper e Il primo Natale di Casper cui si aggiunge nel 1979 la serie Saturday Morning Cartoon Casper and the Angels.

Il film del 1995 che lo vede approdare sul grande schermo in formato CGI è l’occasione per conoscere ulteriori dettagli sulla nascita del fantasmino amichevole. Nato nel 1883 come figlio del geniale quanto eccentrico inventore J.T. McFadden, Casper muore a 12 anni di polmonite contratta dopo aver giocato con la slitta fuori casa al freddo fino a dopo il tramonto nel 1895. Il desiderio di non lasciare da solo il padre, già vedovo, fa sì che il bambino ritorni sotto forma di fantasma nella suo castello nel Maine dove vi resta anche dopo la morte di vecchiaia del genitore. Il successo del lungometraggio spinge la Fox a creare una serie animata, basata sulla storia del 1995, dal titolo Le fantasmagoriche nuove avventure di Casper che dura due anni (1996-1998). Alla serie animata fanno seguito i due lungometraggi live-action direct-to-video Casper – Un fantasmagorico inizio (1997) e Casper e Wendy – Una magica amicizia (1998) e i due film d’animazione in CGI Casper – Il film (2000) e Casper – Scuola di paura (2009). Altre apparizioni e citazioni in ogni ambito dello spettacolo e della lettura non si contano e testimoniano la fama imperitura pienamente meritata dal fantasmino amichevole.

CAMEI E CURIOSITÀ  Fra i punti di forza su cui poggia il film ci sono anche numerose citazioni a tema soprannaturale rivisitate in chiave comica. Fra i fallimentari tentativi dell’antagonista Carrigan di scacciare i fantasmi dal castello si annoverano l’attore Dan Aykroyd nei panni del dr Raymond Stantz direttamente preso dal celeberrimo film Ghostbusters (1984) che uscendo riprende la frase-simbolo del film (“E chi chiamate? Chiamate qualcun altro”), preceduto dal prete esorcista Don Novello, attore noto in patria per vari show televisivi come macchietta di un predicatore da strapazzo, che strizza decisamente l’occhio a padre Damien Karras del capolavoro horror L’esorcista (1973). In occasione del primo incontro-scontro del dr Harvey con il trio spettrale appaiono riflessi in uno specchio Clint Eastwood, il comico statunitense Rodney Dangerfield, Mel Gibson e lo zio Tibia, quest’ultimo mentre cita il famoso urlo di Macaulay Culkin davanti allo specchio in Mamma ho perso l’aereo.

Bradley “Brad” Mitchell Siberling

REALE E DIGITALE  Il film segna l’esordio sul grande schermo per il regista e produttore cinematografico originario di Washington Bradley “Brad” Mitchell Siberling (8 settembre 1963) dopo una gavetta come assistente di produzione in alcuni programmi televisivi per bambini e le prime prove dietro la macchina da presa in alcuni episodi di molte serie tv. Altre e notevoli prove da annoverare sono: City of Angels – La città degli angeli (1998), reinterpretazione de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders; Moonlight Mile – Voglia di ricominciare (2003), dramma familiare che annovera star del calibro di Dustin Hoffman, Susan Saradon e Jake Gyllenhaal e, per il ritorno al fantasy-comico, Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi (2005) con il sempre geniale Jim Carrey nel ruolo di grottesco cattivo.

Le commedie in stile fantasy degli anni ’90 dell’ormai passato – ma mai dimenticato dai veri cinefili – XX secolo hanno saputo creare un’atmosfera perfetta in vista di Halloween e per poter capire meglio il senso del cult che qui viene presentato basterebbe citare, prima ancora degli impeccabili interpreti e del regista, altre figure-simbolo che lavorano dietro le quinte. Fra i produttori esecutivi figura Steven Spielberg, nome-simbolo dietro la macchina da presa per indimenticabili classici capaci di divertire ed emozionare (Goonies – Indiana Jones) ma anche commuovere e riflettere (Shindler’s List). La musica è curata dal compianto James Horner (1953-2015), compositore e direttore di orchestra fra i più celebri e prolifici nel campo delle colonne sonore, celebre per l’uso di musica elettronica, di melodie di ispirazioni celtiche (Braveheart – Cuore impavido) e per l’amore per la musica russa del Novecento, che ha ottenuto una meritata immortalità con due Oscar (miglior canzone e miglior colonna sonora) nel 1998 (Titanic di James Cameron) per la colonna sonora orchestrale più venduta di tutti i tempi. La cura degli effetti speciali viene affidata a Michael Lantieri e Dennis Muren per la Industrial Light & Magic, famosa azienda oggi parte della Lucasfilm e sussidiaria della The Walt Disney Company, il cui nome spesso e volentieri in collaborazione con il già citato Spielberg è associato a capolavori ineguagliabili del glorioso celluloide ’80-’90.

“(Casper) Posso tenerti con me?”

 

Un’altra caratteristica che rende la celluloide di stampo ’80 –’90 un’occasione da rivivere sempre, per chi l’ha vissuta sui banchi di scuola e vuole ritrovare per un istante quella spensieratezza perduta o per chi ancora non si fa corrompere da un presente in degrado totale e vuole tornare a vivere con il terapeutico potere della fantasia, è che anche quando la trama è semplice e sembra che si potesse dire o fare di più, grazie alla semplicità forgiata sulla passione, il talento ed un’inesauribile capacità di immaginazione, alla fine si può ritrovare la speranza di andare avanti grazie ad un piccolo cult capace di esorcizzare la depressione con le risate e di far sussultare un cuore non ancora inaridito grazie alle emozioni di un personaggio che vuole e merita di essere amato oltre ogni spaventosa e patetica apparenza da superare.

CULT IRRESISTIBILE DI UN’INFANZIA IRRIPETIBILE .

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