Il caso “Roccaraso”: le reazioni

Il caso è arrivato negli stadi, in Comune in Procura

di Redazione Zerottouno News

Il caso Roccaraso sta scatenando diverse polemiche in Italia negli ultimi giorni ed ha preso il posto nell’agenda pubblica di altre questioni forse anche più importanti. Il boom di turisti di domenica 26 provenienti da Napoli e dintorni ha scatenato diversi effetti e reazioni (ne ha parlato anche il The Guardian, ndr).

Prima di tutto, la Procura di Napoli ha cominciato ad interessarsi della situazione: al momento (fa sapere Il Mattino) non ci sono indagati né fascicoli aperti, ma gli inquirenti hanno ugualmente un’attività di monitoraggio. L’obiettivo è comprendere se ci possa essere attività di riciclaggio di denaro dietro alle centinaia di bus partiti e alle gite organizzate e pagate.

Ma il boom di turisti ha spaventato anche l’amministrazione comunale. Il sindaco Francesco Di Donato ha infatti emanato un’ordinanza che limita a 100 pullman con targhe alterne il transito sulla Strada Statale 17, motivando il provvedimento come “necessario per cercare di regolamentare e dare i dovuti servizi a tutti coloro che vengono nel nostro territorio”.

Il sindaco, poi, è stato protagonista anche fuori dalle stanze del Comune. Nei giorni successivi, infatti, le telecamere hanno intercettato un’accesa discussione tra il tiktoker Anthony Sansone e il primo cittadino. Il giovane influencer ha accusato il Di Donato di avere screditato l’immagine dei napoletani nel mondo: “Avete fatto delle bufere inutili su di noi, abbiamo portato oltre 200mila euro qui, bastava che mettevate due spazzini in più e non si creava tutto questo polverone“. Il sindaco ha però replicato senza batter ciglio: “Noi amiamo Napoli, questa comunità è legata a Napoli e alla Campania ed è diventata grande grazie alla Campania, ma c’è bisogno di rispetto nei confronti del territorio“.

Il tiktoker Anthony Sansone ha poi cominciato la sua polemica contro un altro bersaglio: il deputato Francesco Emilio Borrelli, prima a Roccaraso e poi a distanza in tv. Nella prima occasione, Borrelli, presente a Roccaraso, ha attaccato gli influencer: “Vergognatevi. Napoli non c’entra con voi, noi siamo la Napoli di Sophia Loren, di De Filippo e non della Camorra e della criminalità”. Sansone ha risposto senza mezzi termini: “Noi influencer siamo realtà. Io sono pulito e mi sono realizzato e non possono etichettare tutta Napoli così, domenica scorsa non c’ero e mi dovete delle scuse”. La “lotta” è poi ripresa in tv, quando entrambi erano ospiti del giornalista David Parenzo. Ad iniziare la contesa è stato Sansone: “Le cose che fa il signor Francesco a volte sono esatte per il popolo napoletano, ma vogliamo parlare un po’ degli immigrati della casa di sua mamma?“. Una provocazione velenosa che ha colpito Borrelli che non si è tirato indietro: “Se questa trasmissione fa da megafono a cose che la camorra mette in giro sulla mia famiglia è inaccettabile“. A quel punto è intervenuto, in maniera drastica, il conduttore Parenzo: “Le impedisco di utilizzare la mia trasmissione per diffamare o mandare i suoi messaggi, faccia il tiktoker e organizzi gite. Mi aveva chiesto anche il gettone di presenza per venire a questa trasmissione. Qui nessuno ha il gettone di presenza. Vada a quel paese“.

Il caso, curiosamente, è finito infine anche negli stadi. In occasione della gara di calcio Roma-Napoli, infatti, sono comparsi striscioni del tipo “Solidarietà alla popolazione di Roccaraso”, “Roccaraso libera” e “Roccaraso, tappate er naso”. Un chiaro riferimento ai fatti di Roccaraso che non è piaciuto a molti.

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