“Se mio padre fosse stato davvero favorito, sarei la prima a dimettermi. La realtà è che sono state dette un sacco di falsità. E’ in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia, io invece sono fiera di lui, è una persona perbene. Il decreto non ha favorito la mia famiglia. Se le accuse fossero vere, mi dimetterei”.
Parole forti quelle del Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi stamattina nell’aula di Montecitorio, in risposta alla mozione di sfiducia mossa dal Movimento 5 Stelle per il presunto conflitto di interessi che vede coinvolta la ministra nel tanto discusso decreto del Governo che ha salvato dal fallimento 4 istituti finanziari. Una delle banche coinvolte è Banca Etruria, della quale è stato vicepresidente il padre della Boschi dal 2011 al 2014 e nella quale, tra l’altro, ha lavorato il fratello Emanuele e vi lavora ancora oggi la moglie. Presente in aula tutto l’esecutivo, ad eccezione del Premier Renzi che era a Bruxelles per impegni istituzionali, quasi a rimarcare la distanza da un dibattito che “non sta né in cielo, nè in terra”. L’esito della votazione è stato quello di 129 favorevoli e 373 contrari, quindi la mozione è stata bocciata, la maggioranza ha votato contro e ha quindi resistito; hanno invece votato in modo contrario il M5S, Lega Nord, FdI-An,Sel e Sinistra Italiana, mentre Forza Italia ha deciso di non partecipare al voto, così come annunciato dal capogruppo Renato Brunetta.
Indipendentemente dai semplici numeri, il polverone mediatico che si è alzato farà sicuramente discutere nei prossimi giorni, richiamando in causa un altro caso, quello dell’ex Ministro della Giustizia nel Governo Letta Annamaria Cancellieri, che nel Novembre 2013 si rese protagonista di un altro conflitto di interessi che vide la stessa Boschi esprimersi a favore delle dimissioni di quest’ultima.
di Vincenzo Persico