Negli ultimi mesi l’Italia sta vivendo un preoccupante aumento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, ma anche di quello scolastico. Gli episodi di violenza su docenti e collaboratori scolastici sono aumentati del 111%, con una media di un’aggressione a settimana e sono commessi sia da parte degli studenti che di molti genitori che si ritengono insoddisfatti. Episodi che spesso nascono per motivi futili e che sono segno di inciviltà e di una pessima educazione ricevuta. Si stima che tra il 2023 e il 2024 sono state 133 le denunce presentate.
Il mese scorso un insegnante di Storia dell’Arte di un istituto della periferia di Milano, di 48 anni, è stato preso a calci ed ha riportato una frattura del naso semplicemente per aver chiesto ad uno studente di spegnere la musica che stava ascoltando sul suo cellulare, in classe, durante una lezione. A Taranto e Lucera i rispettivi dirigenti scolastici sono stati picchiati da genitori scontenti delle decisioni prese su questioni disciplinari e/o organizzative. Tra gli episodi più gravi accaduti ci sono quello dell’accoltellamento di una docente a Varese, da parte di uno studente di 17 anni, che lo riteneva responsabile della sua bocciatura, e quello di una “spedizione punitiva” da parte di un gruppo di 30 genitori ai danni di un’insegnante di sostegno, a Castellammare di Stabia, accusata sui social ingiustamente e in modo infondato di molestie sessuali da una madre. Ancora, sempre in provincia di Napoli, un collaboratore scolastico è stato preso a botte per aver proibito ad un genitore di parcheggiare in uno dei posti riservati al personale scolastico.
Le istituzioni, allarmate da tutte queste situazioni, stanno cercando di rispondere a questa emergenza con misure più severe, come le leggi che inaspriscono le pene per chi aggredisce il personale scolastico e il ripristino del voto di condotta, che ora ha un impatto diretto anche sull’ammissione agli esami. Inoltre, è stata proposta l’istituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno e promuovere iniziative di sensibilizzazione. Tuttavia, resta necessario un impegno congiunto tra scuole, famiglie e istituzioni per ricostruire un clima di rispetto e sicurezza nei contesti educativi.