Brusciano: parroco minacciato sui social dopo post anticamorra

di Redazione Zerottouno News

Brusciano è da alcuni giorni al centro delle cronache dell’Agro per un blitz anti-estorsione che ha portato all’arresto di 6 persone. Don Salvatore Purcaro, parroco della cittadina, ha espresso la sua opinione riguardo l’operazione dei carabinieri con un post su Facebook, sotto al quale però si è aperta una discussione tra i cittadini, con minacce (più o meno velate) al parroco stesso.

AI CAMORRISTI DICO: SVEGLIATEVI, PENTITEVI, CONVERTITEVI, PRIMA CHE VI SVEGLINO I CARABINIERI ALL’ALBA PER ARRESTARVI – tuonava il giovane parroco sui social – Giusto sei mesi fa la notte di Natale, in piazza XI settembre gridavo questo appello… Oggi mi complimento con le forze dell’ordine che all’Alba hanno sgominato uno dei Clan…. C’è ancora da lavorare… Io ribadisco il mio appello a quelli che sono stati arrestati e a quelli che lo saranno: CONVERTITEVI, non aspettate che siano i carabinieri a svegliarvi all’alba per arrestarvi! svegliatevi voi dal sonno delle Camorra. Voglio scuotere dal sonno gli uomini e le donne della malavita”.

Il lungo post poi continua con parole di redenzione rivolte ai parenti degli arrestati: “A voi voglio parlare “cuore a cuore” come un padre che sente dolore per i figli che sbagliano. Vi conosco, per me non siete solo anonime abrasioni di una piaga sociale, il vostro volto a me non appare ombreggiato dalla tutela della privacy o della paura. Ho visto i vostri occhi pieni di lacrime quando abbiamo celebrato i funerali dei vostri cari defunti. Ho stretto le vostre mani quando vi ho augurato di essere bravi genitori dopo il battesimo dei vostri figli. Ho ascoltato la vostra preoccupazione quando avete temuto che i controlli oncologici potessero andare male ed ho cercato di farvi capire che la camorra è già un tumore che minaccia la vita del vostro corpo. A voi stanotte voglio gridare, svegliatevi da questo sonno! Non ho le prove per accusarvi – è vero – chi di dovere deve trovarle senza stancarsi ed è necessario che paghiate quando le vostre responsabilità saranno accertate.

“Il mio compito di sacerdote, tuttavia, non è portarvi in carcere, ma portarvi in paradiso – conclude don Salvatore – È per questo che vi imploro: convertitevi! Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che la droga che importate e spacciate sta bruciando decine di giovani e padri di famiglia. Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che i commercianti non riescono più a pagare le vostre estorsioni e devono abbassare la serranda. Non potete dormire sonni tranquilli quando prestate i soldi alla povera gente, che, con il cappio alla gola del dover pagare una bolletta, viene a chiedervi cento euro e dopo un mese dovrà restituirvene duecentocinquanta in più. Vi aspetto, siete ancora in tempo, nel nostro paese siamo in faida: chi sta decidendo la morte del rivale di clan, sta preparando a sua volta la propria. Voglio sognare con voi che da domani su tutti i giornali, apparirà il riscatto del nostro paese e potremo leggere come titolo la citazione di un cantico dell’Antico Testamento: Brusciano: «L’arco dei forti si è spezzato, ma i deboli sono pieni di vigore» (1Sam 2, 4).”

Don Salvatore ha ricevuto, tuttavia, una grande manifestazione di solidarietà da molti cittadini e dalla diocesi di Nola: “Don Salvatore può star certo del pieno appoggio e della totale solidarietà del Vescovo e di tutto il Presbiterio nella sua opera educativa a favore della giustizia e della legalità. La Chiesa di Nola è con lui e lo sostiene nel suo ministero senza timore e con il coraggio della verità e della testimonianza del primato del bene nella comunità” : così il Vescovo di Nola Francesco Marino al giornale Avvenire.

Nelle scorse ore il giovane parroco è tornato a parlare, affermando di aver ricevuto anche le scuse di chi ha usato toni minacciosi contro di lui: “Ho incontrato gli autori dei post offensivi… andiamo avanti sui veri camorristi…Con gratitudine insieme alla comunità Interparrocchiale di Brusciano accolgo l’abbraccio di solidarietà che molti mi hanno donato. In particolare un grazie al Vescovo Francesco Marino per il sostegno e la vicinanza. É proprio nella presenza del Vescovo che si coglie il senso del mio intervento che non é un atto isolato ma é parte di un cammino che come chiesa diocesana ci vede impegnati quotidianamente nei territori e non da oggi. Quindi solidarietà e vicinanza a tutti i parroci che svolgono un ruolo preziosissimo nella cultura del bene comune e a servizio dell’onestà. In merito ai fatti accaduti, vi invito a non strumentalizzare i commenti di alcuni familiari a seguito del mio post di ieri. Li ho appena incontrati dando loro appuntamento a casa di un familiare degli arrestati di ieri. Ho voluto abbracciarli. I toni dei loro post sono stati certamente aggressivi, motivati dalla rabbia accumulata tra ieri e oggi. Abbiamo parlato, i carabinieri accerteranno quelli che sono i reati, ma mi hanno chiesto scusa, hanno apprezzato il mio gesto di entrare in casa loro, e hanno chiesto perdono per i post scritti. Di cuore li ho perdonati e invito tutti a pregare per loro che sono familiari di alcuni tra gli arrestati, ma questo non ci autorizza a offenderli sforando l’ambito dei fatti”.

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